Osservatorio antiplagio contro l'oroscopo, pericoloso business
Gli italiani di nuovo in balia delle stelle: anche questa fine 2009 è caratterizzata
infatti dalla massiccia presenza su tv, radio e giornali di previsioni astrologiche.
Le associazioni di telespettatori criticano in particolare la decisione di Rai
Due di trasmettere in prima serata una trasmissione interamente dedicata all’Oroscopo
del 2010. “In questo modo – secondo l’Aiart – il servizio pubblico italiano, a differenza
di quanto accade in altri Paesi europei, dà credito alla superstizione”. Ma perché
tanta richiesta di previsioni astrologiche? Paolo Ondarza ha girato la domanda
a Giovanni Panunzio, fondatore dell’Osservatorio Antiplagio:
R. – Sull’oroscopo
c’è molta superstizione, a volte c’è anche molta solitudine, altre volte molta curiosità.
Il problema è che quando dalla curiosità si passa a qualche argomento un po’ più morboso,
tipo la persona amata che non mi vuole, il posto di lavoro che non va bene, la situazione
economica che non ingrana, allora è chiaro che da gioco che potrebbe essere diventa
una cosa seria, e cosa seria non è. Quindi, non bisognerebbe neanche incominciare
con il gioco. Di fatto, l’audience sale, ma penso che salirebbe di più se ci fosse
una sorta di par condicio zodiacale, cioè se insieme al ciarlatano o astrologo che
dir si voglia che fa gli oroscopi, ci fosse un astronomo, uno scienziato che confuta
queste stupidaggini.
D. – Quali conseguenze può avere
un oroscopo, che apparentemente è innocuo?
R. – Apparentemente
è innocuo ma – ripeto – poi c’è il problema che molti ci credono: sono tantissimi
gli italiani che leggono gli oroscopi. C’è il rischio di incappare in un mago il quale
poi passa dall’oroscopo alla previsione, poi alla veggenza, poi alla guarigione, poi
alle carte eccetera, e poi ti chiede soldi e quindi si crea una sorta di dipendenza,
sia psicologica che economica. Quindi, non bisognerebbe proprio incominciare.
D.
– Dietro all’oroscopo c’è un vero e proprio business …
R.
– Sì, effettivamente è un grande business, l’astrologia; perché a parte le trasmissioni
dove c’è l’audience, che ovviamente porta soldi, c’è anche il problema delle pubblicità.
Noi sappiamo che in Italia moltissimi astrologi si pubblicizzano su Mediavideo, Pagine
Utili, Pagine Gialle … Quindi, se c’è questo business, se ci sono questi soldi che
entrano nelle tasche, nelle casse di qualcuno è chiaro che non si vuole fermare, si
vuole lasciar fare.
D. – Ma l’interesse per gli oroscopi
è davvero tanto diffuso da dedicargli trasmissioni televisive, anche in prima serata?
R.
– Penso di sì, dal punto di vista dell’audience: se l’audience c’è, evidentemente
non è quella la maggior parte del popolo italiano, però può essere una larga fetta
del popolo televisivo. E questo basta per fare entrare i soldi nelle casse degli editori.
D.
– Come recuperare coscienza critica e quindi opporsi a un martellamento di questo
tipo?
R. – Le persone devono capire che gli oroscopi
sbagliano tutti gli anni, non risolvono proprio niente; devono ragionare sul fatto
che, se qualcuno veramente fosse un indovino o un mago potrebbe risolvere grossi problemi
della società, potrebbe vincere Premi Nobel, potrebbe evitare catastrofi … e invece
questo non lo fanno! Quindi, se si ragionasse su questo già si potrebbe fare qualche
passo indietro. Dall’altra parte, però, i media dovrebbero per lo meno mettere il
cittadino, il telespettatore nelle condizioni di sentire ambedue le campane. Ma questo
non accadrà mai, perché le dico una cosa: parlare del mago che fa finta di indovinare
fa più audience che invitare uno scienziato che dice che la magia non esiste!