Il Papa all'udienza generale: teologi e sacerdoti abbiano una visione unitaria della
dottrina cristiana senza svalutare singole verità. I cristiani riscoprano i Sacramenti
I teologi difendano il patrimonio unitario della fede dalla “svalutazione delle singole
verità” che oggi si riscontra nella mentalità comune. E i cristiani rendano più forte
la loro fede attraverso una più intensa vita sacramentale. Sono le due esortazioni
che Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli e alla Chiesa durante l’ultima udienza generale
del 2009, tenuta questa mattina in Aula Paolo VI. Il Papa l’ha dedicata a Pietro Lombardo,
un teologo del XII secolo, concludendola con l’augurio che nel nuovo anno i cristiani
siano “uomini della pace”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Presentare
la fede cattolica in modo organico è per il Papa un preciso dovere di ogni sacerdote
e ogni teologo. La storia cristiana annovera un maestro in questo campo. Pietro Lombardo,
un teologo italiano vissuto nei primi decenni del 1100 e divenuto vescovo di Parigi
nel 1159, ebbe il “grande merito”, ha constatato Benedetto XVI, di aver “raccolto
e selezionato con cura”, in “un quadro sistematico ed armonioso”, il pensiero dei
Padri della Chiesa e di altri scrittori ritenuti autorevoli. Il risultato delle sue
fatiche fu condensato nei quattro libri delle “Sentenze”, un’opera di tale successo
da essere adottata come manuale di teologia per centinaia di anni. Ciò che si evince
da Pietro Lombardo, ha osservato il Papa, è “una delle caratteristiche della teologia”,
quella di “organizzare in modo unitario e ordinato il patrimonio della fede”:
“Desidero
sottolineare come la presentazione organica della fede sia un’esigenza irrinunciabile
(...) Sull’esempio di Pietro Lombardo, invito tutti i teologi e i sacerdoti a tenere
sempre presente l’intera visione della dottrina cristiana contro gli odierni rischi
di frammentazione e di svalutazione di singole verità”. Il
Pontefice ha incoraggiato i credenti di oggi ad approfittare degli strumenti a loro
disposizione - il “Catechismo della Chiesa Cattolica” o il suo “Compendio” per “approfondire”
i contenuti della fede. Come pure, ha soggiunto a fare ricorso “al grande tesoro della
Chiesa, i sette Sacramenti, dei quali Benedetto XVI ha ricordato la corretta definizione
che ne diede lo stesso Pietro Lombardo:
“’E’ detto
sacramento in senso proprio ciò che è segno della grazia di Dio e forma visibile della
grazia invisibile, in modo tale da portarne l’immagine ed esserne causa’. Con questa
definizione Pietro Lombardo coglie l’essenza dei sacramenti: essi sono causa della
grazia, hanno la capacità di comunicare realmente la vita divina”. Ad
ogni cristiano, ha affermato il Papa, “spetta il compito di celebrarli con frutto
spirituale”, perché nei Sacramenti, ha ribadito, “Cristo, attraverso i segni visibili,
ci viene incontro, ci purifica, ci trasforma e ci rende partecipi della sua divina
amicizia”. E rivolgendo un particolare invito al clero per l’Anno Sacerdotale, il
Pontefice ha detto:
“Esorto i sacerdoti, soprattutto
i ministri in cura d’anime, ad avere loro stessi, per primi, un’intensa vita sacramentale
per essere di aiuto ai fedeli. La celebrazione dei sacramenti sia improntata a dignità
e decoro, favorisca il raccoglimento personale e la partecipazione comunitaria, il
senso della presenza di Dio e l’ardore missionario”. Quindi,
Benedetto XVI - che poco dopo nei saluti in polacco si unirà a coloro ai quali “l’anno
che passa ha recato sofferenza e tristezza” - ha concluso la catechesi con un augurio
spontaneo rivolto al 2010":
“Cari amici siamo
giunti alla fine di questo anno e alle porte dell’anno nuovo. Vi auguro che l’amicizia
di Nostro Signore Gesù Cristo vi accompagni ogni giorno di questo anno che sta per
iniziare. Possa questa amicizia di Cristo essere nostra luce e guida, aiutandoci ad
essere uomini di pace, della sua pace. Buon anno a tutti voi!” (applausi)