2009-12-30 14:33:10

Dossier Fides: nel 2009 uccisi 37 testimoni del Vangelo


Nel 2009 sono stati uccisi 37 testimoni del Vangelo, il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni: è il drammatico bilancio contenuto nel tradizionale dossier dell’agenzia Fides, pubblicato oggi, sugli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Si tratta di 30 sacerdoti, 3 religiose, 2 seminaristi e 3 volontari laici di 16 diverse nazionalità. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Per annunciare l’amore di Cristo non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita in contesti di sofferenza, povertà e violenza generalizzata. E’ quanto si legge nel documento dell’agenzia Fides, che sottolinea come gli operatori pastorali uccisi nel 2009 siano quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Solo nel continente americano sono stati uccisi 23 testimoni del Vangelo, 6 rispettivamente in Brasile e Colombia. In Africa, sono 11 le vittime, di cui 4 nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Africa. Due in Asia e un sacerdote in Europa. Diversissime le loro storie, comune la testimonianza di amore per il Vangelo. C’è chi come il giovane William Quijiano, laico della Comunità di Sant’Egidio, è stato ucciso in El Salvador dai colpi di arma da fuoco di una delle tante gang dei giovani poveri del Centramerica. Aveva solo 21 anni. Era invece anziano padre Ernst Plöchl eppure pieno di vigore impegnato in particolare con i giovani. Austriaco, 78 anni, missionario in Sud Africa, padre Ernst è caduto vittima della violenza diffusa nel Paese. Simile il contesto sociale in cui ha perso la vita il fidei donum italiano, don Ruggero Ruvoletto, 52 anni, assassinato nella sua parrocchia in Brasile durante una rapina. Nella terra martoriata del Congo, a Bukavu, è stata invece uccisa suor Denise Kahambu Muhayirwa, monaca trappista di 44 anni. Aveva da poco recitato i Vespri, quando si è accorta della presenza nel suo monastero di alcuni malviventi che non hanno esitato a colpirla a morte.

 
Ricordare i tanti operatori pastorali uccisi nel mondo e pregare in loro suffragio, sottolinea l’agenzia Fides, riprendendo le parole di Benedetto XVI, “è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore” (Regina Coeli, 24 marzo 2008). A questo elenco provvisorio stilato annualmente, conclude l’agenzia Fides, deve comunque essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella “nube di militi ignoti della grande causa di Dio” - secondo l’espressione di Giovanni Paolo II - a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti.







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