Nelle udienze generali di Benedetto XVI del 2009, la grande ricchezza culturale
del Medioevo cristiano, fonte di crescita e ispirazione per il mondo di oggi
Benedetto XVI terrà domani, in Aula Paolo VI, l’ultima delle 44 udienze generali del
2009. Dopo le prime dedicate a San Paolo, che hanno concluso il ciclo di 20 catechesi
sull’Apostolo delle Genti, il Pontefice ha sviluppato, in questi mesi, la presentazione
di grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medioevale. Una
serie di meditazioni che hanno innanzitutto messo l’accento sulla straordinaria e
multiforme ricchezza del Medioevo, al di là dei facili stereotipi che vorrebbero rubricare
questa epoca sotto l’etichetta di “secoli bui”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Le cattedrali
e le università, la teologia e la filosofia: il Medioevo è ricco di luci che illuminano
la storia e la cultura dell’Europa. Nel 2009, Benedetto XVI percorre un affascinante
viaggio nella storia medievale, attraverso le sue catechesi. Il Papa ricorda il rinnovamento
spirituale promosso dai monaci benedettini, in particolare quelli dell’Ordine di Cluny.
Sottolinea il contributo prezioso che l’esperienza dei monasteri ha svolto per la
formazione dell’identità europea, richiamando il primato di Dio e favorendo la promozione
dei valori umani e della pace. E invita a non disperdere questo tesoro:
“Cari
fratelli e sorelle, preghiamo perché tutti coloro che hanno a cuore un autentico umanesimo
e il futuro dell’Europa sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio
culturale e religioso di questi secoli”. (Udienza generale, 11 novembre 2009) Secoli
nei quali si stagliano figure straordinarie come San Bernardo di Chiaravalle, tra
i grandi Dottori della Chiesa. San Bernardo, spiega il Papa, mette in guardia dai
tentativi di “risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo con
le sole forze della ragione”. Richiamo quanto mai attuale, osserva Benedetto XVI:
“La
fede è anzitutto incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua
vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre
di più, ad amarlo e seguirlo sempre più. Che questo possa avvenire per ciascuno di
noi!” (Udienza generale, 21 ottobre 2009) Altro
grande pensatore medievale, a cui il Papa dedica una catechesi è Sant’Anselmo di Aosta.
Il monaco benedettino, noto con l’appellativo di “Dottore Magnifico” pone sempre il
suo pensiero al servizio della “contemplazione di Dio”. Ed insegna che l’attività
del teologo si sviluppa in tre stadi:
"La fede,
dono gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste nell’incarnare
la Parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la vera conoscenza,
che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di un’intuizione contemplativa".
(Udienza generale, 23 settembre 2009) Alla
teologia scolastica, fondata da Sant’Anselmo, Benedetto XVI dedica una meditazione
per indicare quanto anche l’uomo di oggi abbia bisogno di un dialogo rispettoso tra
fede e ragione, di unità e armonia tra di esse. E rammenta che la teologia scolastica
è legata alla nascita delle prime università, altra grande “invenzione” del Medioevo.
La teologia scolastica, afferma ancora il Papa:
“...ci
ricorda che tra fede e ragione esiste una naturale amicizia, fondata nell’ordine stesso
della creazione (...) La fede è aperta allo sforzo di comprensione da parte della
ragione; la ragione, a sua volta, riconosce che la fede non la mortifica, anzi la
sospinge verso orizzonti più ampi ed elevati”. (Udienza generale, 28 ottobre 2009) Ma
il Medioevo è anche l’epoca in cui l’annuncio del Vangelo raggiunge i confini più
lontani del mondo allora conosciuto. Protagonisti di questa avvincente missione sono
Cirillo e Metodio, apostoli dell’Oriente cristiano, evangelizzatori dei popoli slavi.
Sono loro, ricorda Benedetto XVI, gli antesignani dell’inculturazione:
“In
effetti, Cirillo e Metodio costituiscono un esempio classico di ciò che oggi si indica
col termine 'inculturazione': ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio
rivelato ed esprimerne la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio. Questo
suppone un lavoro di ‘traduzione’ molto impegnativo, perché richiede l’individuazione
di termini adeguati a riproporre, senza tradirla, la ricchezza della Parola rivelata.”.
(Udienza generale, 17 giugno 2009) Ancora,
nel Medioevo si afferma la "via della bellezza", che, rileva il Papa, è forse l’itinerario
“più attraente ed affascinante per giungere ad incontrare e amare Dio”. Una bellezza,
sottolinea, che, attraverso le cattedrali, ha educato alla fede intere generazioni
cristiane:
“Le cattedrali gotiche mostravano una
sintesi di fede e di arte armoniosamente espressa attraverso il linguaggio universale
e affascinante della bellezza, che ancor oggi suscita stupore (...) Lo slancio verso
l’alto voleva invitare alla preghiera ed era esso stesso una preghiera. La cattedrale
gotica intendeva tradurre così, nelle sue linee architettoniche, l’anelito delle anime
verso Dio”.(Udienza generale, 18 novembre 2009)