Secondo giorno di violenze in Iran: almeno 15 vittime fra i manifestanti dell’opposizione
In Ucraina sale l’attesa per il primo turno delle elezioni presidenziali in programma
per il prossimo 17 gennaio. Dal loro esito dipende il futuro corso dell’ex Repubblica
sovietica, oggi sempre più tendente verso l’occidente e l’Unione Europea e sempre
meno verso la Russia. Il punto nel servizio di Giuseppe D’Amato:
La battaglia
d’Ucraina entra nel vivo. Tanti sono i candidati espressione di locali potentati economici
nazionali e regionali.Due i netti favoriti per il ballottaggio: l’attuale
premier Yulia Timoshenko ed un russofono ex primo ministro Viktor Yanukovych.
Il terzo incomodo è il presidente uscente Viktor Yushchenko che seppur
staccato nei sondaggi mira ad indebolire la Timoshenko contro cui si è spesso scagliato
in questi mesi criticando la politica economica del governo. La rivoluzione arancione
dell’autunno 2004 ha visto i suoi protagonisti diventare acerrimi nemici. L’Ucraina
vive un momento assai difficile per la gravissima crisi economica, il Paese ha ottenuto
un forte prestito dalle organizzazioni finanziarie internazionali, ma alcune sue tranches
sono state bloccate per la mancanza di volontà di riforme. Con elezioni alle porte
varie decisioni popolari da prendere sono state rinviate. Proprio il congelamento
dei prestiti fa temere alla russa Gazprom che l’11 gennaio l’Ucraina non pagherà le
forniture di gas. Kiev nega ed afferma che tutto è a posto. Ufficialmente Russia,
UE e Stati Uniti si mostrano lontani dalla contesa. Il presidente Medvedev ha però
ribadito che è per colpa di Yushchenko che le relazioni fra i due Paesi
"fratelli slavi" sono così peggiorate. Mosca guarda però con simpatia sia alla Timoshenko
che a Yanukovych. Bruxelles si chiama fuori da uno scontro tradizionalmente
a colpi bassi, è preoccupata solo dalla regolarità delle forniture di gas. Obama segue
la strada del "reset" col Cremlino e non intende infilarsi in una "rissa regionale".
Tanto, dicono gli esperti, l’Ucraina seguirà verso Occidente e sarà la porta per le
future riforme in Russia, ma Mosca non è certo di questo parere.