2009-12-28 15:54:20

La Carità è la forza che muove la storia: dopo il pranzo del Papa con i poveri di Sant’Egidio, il commento del prof. Impagliazzo


Una giornata indimenticabile nel segno dell’amore verso i più bisognosi: è lo spirito che ha contraddistinto il pranzo del Papa con i poveri, ieri, alla mensa di Trastevere della Comunità di Sant’Egidio. “Un’esperienza commovente”, l’ha definita Benedetto XVI, che ha vissuto con grande semplicità la giornata assieme ai poveri accolti nella struttura. Uno dei momenti più significativi è stato l’incontro con una trentina di stranieri che studiano l’italiano presso la Comunità. A loro il Papa ha rivolto un saluto a braccio. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
“La lingua - ha detto Benedetto XVI - è realmente la chiave dell’integrazione per vivere insieme, per essere una famiglia”:
 
“Nella lingua si nasconde tutta una cultura, una storia di cultura e anche il futuro della cultura”.  
Ha quindi ringraziato la Comunità di Sant’Egidio per l’impegno a far entrare persone straniere nella ricchezza di una grande lingua come quella italiana che “porta in sé la radice latina e porta in sé anche il futuro dell’Europa”. Il Papa ha espresso l’auspicio che gli insegnanti siano “capaci di integrare altri in questa cultura e in questa nazione e costruire insieme” il “futuro dell’Europa, un’Europa basata sulle culture”. Infine, ha sottolineato che Cristo è la fonte di ogni autentica cultura:

“Alla fine il Signore ha ispirato la cultura, ha ispirato la lingua. Imparando la lingua impariamo anche la vicinanza con Dio.”
 
Per una riflessione sul significato di questa visita alla mensa di Trastevere, Alessandro Gisotti, ha intervistato il prof. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio:RealAudioMP3

R. - E’ stato un evento di grande festa, un prolungamento del Natale nella festa della Santa Famiglia. Quello che mi è parso molto significativo è stata la serenità che ha contraddistinto l’incontro del Santo Padre con tanti poveri e il fatto che i poveri siano stati messi al centro dell’attenzione: sono stati i poveri nel cuore della Chiesa e nel cuore del mondo, attraverso la presenza del Papa.
 
D. - Il Papa ha detto ieri: “Chi serve e aiuta si confonde con chi è aiutato e servito”. Il Papa ha dunque indicato l’importanza della dimensione familiare che si respira alla mensa di Sant’Egidio...
 
R. - Sì, nel senso che i poveri non sono i "clienti" della Chiesa, ma sono fratelli e sorelle dell’unica grande famiglia, che è la comunione della Chiesa: è quel “noi” della Chiesa di cui ha parlato il Santo Padre nel messaggio natalizio per la benedizione Urbi et Orbi. E tutti abbiamo sperimentato e sperimentiamo ogni giorno la forza della Parola di Gesù, che dice che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
 
D. - Il Papa ha ascoltato con grande attenzione le storie anche di sofferenza di queste persone...
 
R. - Con grande attenzione, con grande partecipazione, perché gli sono state raccontate le storie di un’immigrazione molto difficile, molto complicata - fosse quella dall’Afghanistan o della Somalia - con quei lunghi viaggi terribili che gli immigrati stessi hanno raccontato al Papa, viaggi caratterizzati dalla morte di tanti loro compagni. Oppure, le storie di sofferenza di persone che vivono la crisi economica dei senza fissa dimora o degli anziani che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e quindi hanno bisogno di trovare accoglienza per il pranzo, per avere qualcosa per continuare a vivere. Ho visto un Papa totalmente partecipe di questa sofferenza.
 
D. - Può raccontarci un evento, un aneddoto della bella giornata di ieri che, secondo lei, riassume il significato di questa visita del Papa alla mensa di Sant’Egidio?
 
R. - Quando il Papa ha scoperto la targa che ricorda la sua visita alla mensa, ha detto: “No, non dovevate fare questo!”. E noi abbiamo detto: “Padre Santo, è un fatto storico che lei abbia mangiato con i poveri a questa mensa”. E lui ha risposto: “Il fatto storico è questa carità della vostra comunità e della Chiesa, che si esprime ogni giorno verso i poveri. Questa è la storia, perché è la storia del Vangelo che si realizza”.







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