Il cardinale Bagnasco in visita agli sfollati dell'alluvione nel messinese. Intervista
con l'arcivescovo di Messina, mons. La Piana
Il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha portato
oggi la solidarietà della Chiesa italiana a Messina, visitando in mattinata Scaletta
Zanclea e Giampilieri. Il 2 ottobre scorso, le due località del messinese furono colpite
da un’alluvione che causò la morte di oltre trenta persone. Subito dopo il dramma,
la Conferenza episcopale italiana aveva provveduto a stanziare un milione di euro.
Nel pomeriggio, alle 17.30, il cardinale Bagnasco presiederà una Messa nella cattedrale
della città, a conclusione dell'Anno centenario nel ricordo del Terremoto del 1908.
Tra i concelebranti, anche l’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana,
che descrive al microfono di Luca Collodi i sentimenti della popolazione a
tre mesi ormai dalla tragedia:
R. - Il
clima è un po’ di tristezza, indubbiamente, soprattutto nei comuni che sono stati
colpiti dalla tragica alluvione. Tuttavia, si nota un po’ in tutti il desiderio di
ripresa, di ricostruzione, il desiderio di ricominciare. Di certo, la gente è molto
provata, delusa, fiaccata: delusa dalle mancate risposte alle loro domande di sicurezza,
di doveroso contributo e sostegno per i danni subiti dall’alluvione. D.
- Mons. La Piana, quali sono i problemi che ancora sono aperti nella zona della provincia
di Messina, colpita dall’alluvione? R. - Il vero problema è
che i cittadini hanno constatato tanti buoni propositi a tutti i livelli: nazionali,
regionali, comunali e provinciali da parte dei responsabili. La gente, però, vuole
segni concreti, visibili, tangibili. I problemi sono sempre quelli relativi al mancato
rientro, laddove è possibile rientrare. Si parla di più di 300 persone che potrebbero
riprendere la normalità della vita, nelle proprie abitazioni. Le strade sono state
ormai pulite e liberate dal fango, sgomberate da ogni ostacolo. L'ordinanza di rientro
potrebbe anche essere un segno insieme ai tanti altri piccoli segni di ripresa e di
attività. La gente vuole riprendere, non vuole lasciarsi schiacciare da ciò che è
avvenuto. D. - Qual è il suo messaggio, mons. La Piana, alla
città e alla provincia di Messina? R. - Io invito i cittadini
ed i fedeli a guardare quel Bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia e
ad ascoltare attraverso la sua fragilità, il grido dell’umanità che si leva da ogni
parte della terra per invocare aiuto e protezione. Dio ha scelto di percorrere le
vie dell’uomo e Dio ha scelto la via della solidarietà, della condivisione. Il nostro
impegno e il nostro sforzo sta proprio qui: nel sollecitare le coscienze, nel risvegliare
una responsabilità che ci riguarda, che ci appartiene e che è di ognuno di noi.