2009-12-28 19:21:12

Il cardinale Angelo Bagnasco a Messina ricorda l'alluvione. Un tragedia che poteva essere evitata?


Ogni sventura che percuote l'anima e segna la carne ci pone delle domande legittime: potevamo evitare le cose? Oppure tutto era troppo imponderabile?". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco in relazione all'alluvione che ha colpito il messinese, durante l’omelia di questo pomeriggio nel duomo della città. Patrizia Casale RealAudioMP3

 Tra i concelebranti, anche l’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, che descrive al microfono di Luca Collodi i sentimenti della popolazione a tre mesi ormai dalla tragedia:


R. - Il clima è un po’ di tristezza, indubbiamente, soprattutto nei comuni che sono stati colpiti dalla tragica alluvione. Tuttavia, si nota un po’ in tutti il desiderio di ripresa, di ricostruzione, il desiderio di ricominciare. Di certo, la gente è molto provata, delusa, fiaccata: delusa dalle mancate risposte alle loro domande di sicurezza, di doveroso contributo e sostegno per i danni subiti dall’alluvione.

D. - Mons. La Piana, quali sono i problemi che ancora sono aperti nella zona della provincia di Messina, colpita dall’alluvione?

R. - Il vero problema è che i cittadini hanno constatato tanti buoni propositi a tutti i livelli: nazionali, regionali, comunali e provinciali da parte dei responsabili. La gente, però, vuole segni concreti, visibili, tangibili. I problemi sono sempre quelli relativi al mancato rientro, laddove è possibile rientrare. Si parla di più di 300 persone che potrebbero riprendere la normalità della vita, nelle proprie abitazioni. Le strade sono state ormai pulite e liberate dal fango, sgomberate da ogni ostacolo. L'ordinanza di rientro potrebbe anche essere un segno insieme ai tanti altri piccoli segni di ripresa e di attività. La gente vuole riprendere, non vuole lasciarsi schiacciare da ciò che è avvenuto.

D. - Qual è il suo messaggio, mons. La Piana, alla città e alla provincia di Messina?

R. - Io invito i cittadini ed i fedeli a guardare quel Bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia e ad ascoltare attraverso la sua fragilità, il grido dell’umanità che si leva da ogni parte della terra per invocare aiuto e protezione. Dio ha scelto di percorrere le vie dell’uomo e Dio ha scelto la via della solidarietà, della condivisione. Il nostro impegno e il nostro sforzo sta proprio qui: nel sollecitare le coscienze, nel risvegliare una responsabilità che ci riguarda, che ci appartiene e che è di ognuno di noi.








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