Burundi: i vescovi contro l’avidità nella condotta dei politici del Paese
In vista delle elezioni generali del 21 maggio 2010, i vescovi del Burundi scendono
in campo con un invito alla popolazione a “non votare per uomini che usano la violenza,
avidi e demagoghi, privi di un programma politico per ricostruire la nazione”. Così
scrivono gli otto vescovi in un messaggio letto in tutte le parrocchie del Paese in
occasione del Natale: “Ci auguriamo che il nostro Burundi sia affidato a dirigenti
pronti a sacrificarsi per il suo reale sviluppo”. I presuli chiedono di “mettere in
primo piano la saggezza e la pertinenza dei programmi politici”. In questi ultimi
giorni, riporta la Misna, il parlamento burundese ha votato all’unanimità una legge
che aumenta le indennità e altri vantaggi di fine mandato a tutti gli eletti, suscitando
le critiche della società civile. L’attuale governo, inoltre, presieduto dal presidente,
Pierre Nkurunziza, ex ribelle hutu democraticamente eletto nel 2005 alla fine della
guerra civile, ha chiesto la sostituzione del rappresentante Onu in Burundi, Youssef
Mahmoud, accusato di ingerenze nella vita politica nazionale. Si delinea, dunque,
un clima pre-elettorale abbastanza cupo che fa presagire scontri, considerata anche
l’annunciata candidatura alle presidenziali del 28 giugno di Jean-Baptiste Bagaza,
già presidente ed esponente della minoranza tutsi, a capo del "Parti pour le redressement
national". (R.B.)