Vigilia e attesa per il pranzo del Papa con i poveri della mensa romana gestita dalla
Comunità di Sant'Egidio
Domani, Festa della Sacra Famiglia, il Papa visiterà la Comunità di Sant’Egidio, nella
sede di via Dandolo 10, per pranzare con i poveri. Un evento che ha creato un clima
di particolare gioia tra gli amici della Comunità di Sant’Egidio. Grandi i preparativi
che stanno precedendo questa giornata. Ma cosa rappresenta questo incontro con il
Papa per la Comunità di Sant’Egidio? Tiziana Campisi lo ha chiesto ad Alberto
Quattrucci:
R. - Il fatto
che il Papa si sieda a mensa con i poveri e con gli amici dei poveri, che sono i membri
di Sant’Egidio, significa per noi un grosso sostegno, un grosso incoraggiamento alla
vita della Comunità, a quell’amicizia con i poveri che ogni anno vede seduti alla
mensa dei giorni di Natale oltre 100 mila fra zingari, barboni, anziani, gente che
vive per strada insieme a noi. D. - Come vi siete preparati
alla visita di Benedetto XVI? R. - Ci siamo preparati anzitutto
annunciando l’evento, che è una gioia per tutti noi di Sant’Egidio ma anche una gioia
per tanti poveri di vedere il Papa stare assieme a loro. Dunque, l’abbiamo comunicato
a tanti. Poi, l’abbiamo preparato allestendo la mensa, preparando il pranzo di Natale
come si rispetti in ogni grande famiglia: e la nostra famiglia è veramente grande,
senza confini. Insomma, abbiamo preparato la festa in tutti i modi... D.
- Come è nata l’idea di invitare Benedetto XVI a pranzo in una comunità di Sant’Egidio? R.
- L’idea nasce dal senso del Natale, che è la festa della famiglia. Per noi, la famiglia
sono le nostre famiglie ma c’è anche una grande famiglia, che è la famiglia di Gesù:
la famiglia con tutti i poveri, con tutti coloro che hanno bisogno. E a questa mensa
noi invitiamo tanti, di ogni livello, di ogni fascia sociale, tanti amici dei poveri…
E allora, perché non invitare lui, il nostro vescovo di Roma, il Papa, che è grande
amico dei poveri e lo ha ripetuto in tante occasioni, coinvolgendolo in una dimensione
di testimonianza personale? Quindi, è un invito che nasce dal profondo del cuore di
Sant’Egidio, e insieme dal gesto del pranzo di Natale che è la festa principale dell’anno
dove si raccoglie tutta la famiglia. D. - Come ripartirà la
Comunità di Sant’Egidio dopo la visita del Papa? R. - Ripartirà
con una grande felicità, con una grande gioia, con un incoraggiamento in più: una
gioia da comunicare a tanti e, in fondo, anche un esempio da comunicare a tanti, perché
il sogno è quello di trovare sempre più compagni per i poveri, in ogni angolo del
mondo. E poi ripartirà con il passo della pace: come ogni anno, il primo gennaio saremo
in ogni città del mondo con la Giornata mondiale della pace. Cominceremo con manifestazioni,
con momenti di preghiera, con momenti di assemblea sul tema della pace, sul messaggio
del Papa di quest’anno. E’ un nuovo impegno: l’anno nuovo deve iniziare con il passo
della pace.