Il Papa accende il lume della pace all'inaugurazione del Presepe in Piazza San Pietro.
Il cardinale Comastri: Gesù ha portato nel mondo la rivoluzione dell'amore
Con l’accensione del lume della pace posto sulla finestra del suo studio e la benedizione
dei fedeli, il Papa ha concluso ieri sera la cerimonia di inaugurazione del Presepe
di Piazza San Pietro. Le 15 statue, che rappresentano la scena della Natività, provengono
in gran parte dal Presepe allestito da San Vincenzo Pallotti nel 1842 nella Basilica
romana di Sant’Andrea della Valle. Durante la cerimonia, il cardinale Angelo Comastri,
vicario del Papa per la Città del Vaticano, ricordando che Gesù ha portato nel mondo
la rivoluzione dell’amore ha invitato tutti a entrare simbolicamente nell’umiltà della
Grotta di Betlemme abbattendo i muri dell’orgoglio. Presente all’inaugurazione anche
il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato: a lui, Davide
Dionisi ha chiesto quali siano le caratteristiche del presepe di quest’anno:
R. – Quest’anno
il Presepe si raffigura come una umile grotta, aperta ai pastori ai quali l’Angelo
aveva dato un segno: un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia. Vi sono poi due
simboli laterali, uno che si riferisce alla realtà essenziale di Cristo, il fuoco
e l’acqua, simbolo della vita eterna, che è Lui stesso, il Verbo incarnato; l’altro
rappresenta una rimessa di pescatori e si riferisce alla missione data da Cristo agli
Apostoli chiamati a diventare pescatori di uomini.
D.
– Il Santo Padre ha sottolineato che il Presepe è una scuola di vita, dove possiamo
imparare il segreto della vera gioia …
R. – Il segreto
della vera gioia è donarsi con amore. Una grande gioia c’è, per esempio, quando uno
si sente chiamato ad una grande missione ed avverte che la può compiere con tutte
le proprie forze. Ognuno dei personaggi del presepe – Gesù, Maria, Giuseppe, i pastori,
i Magi – sono l’espressione di una tale vocazione e di una tale missione alla luce
dell’amore di Dio per noi. L’amore di Dio rende oro anche la paglia!
D.
– Oggi più che in passato il Presepe può rappresentare un simbolo di riconciliazione,
di dialogo soprattutto in un periodo in cui i segni cristiani non sempre vengono accolti
con favore …
R. – Non vengono accolti con favore
perché non vengono compresi nel loro significato, che è sempre di apertura verso ogni
uomo, senza distinzione. Essi vengono, al contrario, caricati di significati di esclusione
o di contrapposizione: Dio, la Chiesa, dicono a tutti: “Noi siamo vostri fratelli!”
e il Presepe lo dimostra. (Montaggio a cura di Maria Brigini)