2009-12-24 15:43:28

Bolivia. Il cardinale Terrazas: “I cristiani devono saper stare con Cristo”


“L’albero di Natale più bello è la persona umana e la sua dignità”. Così il presidente dell’episcopato della Bolivia, l'arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas, nel corso dell’incontro per gli scambi di auguri di Natale. Nella suo discorso, indirizzato a tutta la nazione, il cardinale ha definito il Natale un momento per sperimentare e sentire che il Signore ci ha scelto e al tempo stesso è voluto entrare nei nostri cuori. Egli ci insegna però - ha detto il porporato- che nessuno deve “restare avvolto in sé stesso”, isolato dall’altro e che deve invece “andare incontro al prossimo portando con sé il Cristo da annunciare e comunicare a tutti. Cristo sta con noi, ma dobbiamo essere capaci di far sì che sia presente dove lavoriamo, dove giochiamo, dove si fanno i grandi progetti per servire questo popolo di Dio”. I cristiani, ha osservato ancora il cardinale Terrazas “devono saper stare con Cristo come testimone di luce”, per ricordare che Lui “è la luce che illumina ogni persona e ogni popolo e che spesso ci manca” perché sommersa da “troppe parole”. Il porporato ha voluto anche soffermarsi sullo svolgimento dell’Anno sacerdotale per invitare i presbiteri boliviani a mettere l’accento, nelle attività del 2010, sull’ambito pastorale, in particolare “donando Cristo ai giovani; seminando tra loro entusiasmo, invitandoli ad assumere come bandiera della vita la verità del Signore”. “Nella nostra chiesa non vogliamo dei tiepidi, - ha ribadito - ma neanche ribelli senza ragione. Vogliamo persone dedicate alla causa di Cristo, che è una causa di salvezza, di liberazione, la causa che nobilita la vita di chi dona il proprio essere agli altri. E’ questa la nostra sfida e il nostro modo “di testimoniare il Figlio di Dio tra noi”. Per il cardinale Terrazas comportarsi in questo modo non è altro che testimoniare la vita, contro ogni forma di odio, antagonismo e violenza. “E’ l’ora: ci dobbiamo svegliare per non abituarci alla morte” e alla pseudo cultura che trascina dietro di se”. Dobbiamo essere docili e disponibili affinché attraverso di noi si manifesti “il Dio della forza dell’amore e della forza della verità”, ha concluso il presidente dell’episcopato della Bolivia. (L.B.)







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