Non c’è pace per la comunità cristiana di Mosul. Neanche il Natale regala uno scampolo
di tregua in una città in cui, in meno di un mese, si sono registrati cinque attentati
contro edifici religiosi cristiani. Gli ultimi due in rapida successione questa mattina.
Colpite le chiese di San Giorgio dei caldei e la chiesa siriaco-ortodossa di san Tommaso.
Tre le vittime, un cristiano caldeo e due musulmani. Almeno cinque feriti. Le esplosioni
hanno prodotto gravi danni anche agli edifici e alle case adiacenti. Distrutte numerose
abitazioni di cristiani e musulmani. Nelle ultime settimane si contano inoltre cinque
cristiani assassinati e altri vittime di sequestri a scopo di estorsione. Un escalation
di violenza, che secondo la minoranza cristiana, testimonia un vero e proprio progetto
di “pulizia etnica” portato avanti, in particolar modo, dai ribelli sunniti molto
attivi nel nord del Paese. Fonti di AsiaNews a Mosul confermano, infatti, che “la
situazione dei cristiani continua a peggiorare” mentre l’arcivescovo di Kirkuk, mons.
Sako, parla di “messaggio inquietante” in vista del Natale, dove resta alto il timore
di ulteriori violenze. Le minacce, ha poi sottolineato il presule, “continuano a
influenzare la comunità cristiana” che spera “nella pace” ma resta vittima di violenze.
“Il messaggio di pace e di speranza – ribadisce l’arcivescovo di Kirkuk – annunciato
dagli angeli, resta il nostro augurio di Natale per tutto il Paese: vogliamo lavorare
insieme per costruire la pace e la speranza nel cuore di tutti gli uomini e le donne
dell’Iraq”. (A cura di Marco Guerra)