2009-12-23 15:01:54

Cattolici spagnoli: no all’imposizione ideologica dell’aborto come diritto


Dopo l’approvazione della nuova legge sull’interruzione di gravidanza, la Confederazione cattolica dei genitori degli alunni (Concapa) proporrà ai genitori e ai docenti l'obiezione di coscienza e la denuncia davanti ai tribunali se verranno costretti a insegnare nelle scuole l’aborto come diritto, secondo quanto previsto del disegno di Legge organica sulla salute sessuale e riproduttiva, approvato giovedì dalla maggioranza socialistà alla Camera dei deputati. In un comunicato ripreso dall'agenzia Zenit, le associazioni di genitori della Confederazione hanno avvertito che prenderanno questa misura “se si costringerà a insegnare ai nostri figli che l'aborto è un diritto e non un crimine, o si imporrà un'educazione affettivo-sessuale contraria alle nostre convinzioni filosofiche religiose o morali”, puntualizza il comunicato. “La maggior parte delle famiglie spagnole non ammetterà che si imponga per legge o per decreto quali devono essere i nostri valori o le nostre credenze, perché difendiamo il rispetto della pluralità e della libertà ideologica”, aggiunge il testo. Per la Concapa, “questa nuova legge sull'aborto presuppone un totale passo indietro, visto che riconosce l'obiezione di coscienza solo a una parte del personale sanitario, mantiene l'aborto libero fino alla 14ma settimana, a partire dai 16 anni di età senza il consenso dei genitori se la ragazza sostiene in modo fondato che questo le provocherà un conflitto grave”, e “richiede un unico medico per realizzare l'aborto”. Secondo le associazioni di genitori confederate, “questa legge si basa sulla promessa di diminuire il numero di aborti, cosa falsa visto che è dimostrato che l'aborto non si risolve con più aborti”. La soluzione, secondo i genitori cattolici, risiede in misure volte al sostegno della donna incinta – con diritto alle conseguenti prestazioni – e la formazione dei genitori per l'educazione dei figli in questo ambito perché le relazioni sessuali non vengano banalizzate. Anche la Federazione spagnola delle Associazioni pro-vita ha espresso il rifiuto di “una legge che nega il diritto alla vita dei più indifesi e trasforma in falso diritto l'omicidio, l'abbandono delle donne e il calpestare la dignità professionale”. Critiche, infine, dal Forum spagnolo per la Famiglia, secondo il quale la legge “è una delle più radicali del mondo perché non si limita a non difendere il bambino non nato fino a limiti insopportabili, ma configura ideologicamente il diritto all'aborto come parte del diritto della donna alla salute e stabilisce meccanismi per imporre questa visione in tutto il sistema educativo e sanitario spagnolo”. (M.G.)







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