L’appello di Caritas Congo in difesa della comunità locale
L'ampiezza e la complessità della crisi in Congo richiede una missione di mantenimento
della pace più esaustiva, che renda prioritaria la tutela dei civili. Questo è l’appello
fatto dalla Caritas della Repubblica Democratica del Congo, che si impegna a sollecitare
e a difendere le comunità della regione settentrionale del Paese. Caritas Congo afferma
che il mandato delle forze dell'ONU in Congo (Monuc) non è riuscito a garantire la
difesa dei civili congolesi in situazione di pericolo e che queste persone continuano
ad essere estremamente vulnerabili. L'insicurezza nel nord del Paese si inserisce
in una situazione regionale di instabilità che deve essere affrontata. In questo panorama
sono fondamentali la trasparenza e il coordinamento a livello regionale per creare
un ambiente che permetta di lottare contro l'impunità. “I dirigenti di Congo, Uganda,
Sudan e Ruanda devono intavolare negoziati per raggiungere una pace duratura – ha
dichiarato Bruno Miteyo, direttore di Caritas Congo – La comunità internazionale deve
sforzarsi al massimo per impedire l'arrivo delle armi nella regione”. Come riportato
dall’agenzia Fides, nel giugno scorso è stato anche avviato un programma di emergenza
nella zona settentrionale e in quella orientale del Paese per un valore di 8,5 milioni
di euro, garantendo vestiario, utensili agricoli e prodotti igienici a più di 230.000
persone. Questo programma si impegna a garantire la creazione di un corridoio di aiuti
tra il nord del Congo e i Paesi vicini ed esorta i Governi per assicurare la distribuzione
di cibo e di altro materiale essenziale. (C.P.)