2009-12-21 14:52:16

Riforma sanitaria Usa: le preoccupazioni dei vescovi per l'aborto


Il Senato degli Stati Uniti potrebbe dare via libera al testo di riforma sanitaria entro Natale. Oggi, al primo dei tre voti procedurali previsti, il testo è passato con tutti i 60 voti dei senatori democratici. Il servizio di Fausta Speranza.RealAudioMP3
 
Al Senato restano due voti procedurali, fissati per martedì e mercoledì, poi giovedì il voto finale, alla vigilia di Natale. Ma se approvato, il testo dovrà essere armonizzato con quello adottato dalla Camera dei Rappresentanti in novembre. Al momento il voto di oggi ha rappresentato il primo test cruciale al Senato: ha dimostrato che il testo, frutto di compromessi e limature, gode ora dell'appoggio di 60 senatori (i 58 democratici e due indipendenti), che lo mettono al riparo dall'ostruzionismo dei 40 senatori repubblicani, che hanno votato compatti contro. E contrarietà e preoccupazione sono stati espressi dalla Conferenza Episcopale statunitense in diversi interventi negli ultimi giorni. I vescovi ritengono che “fare una riforma sanitaria sia un bene pubblico, un imperativo morale e un’urgente priorità nazionale”, ma non possono condividere una novità che viene introdotta dal testo ora al Senato: in sostanza la novità è che l’interruzione volontaria di gravidanza può rientrare nella copertura sanitaria assicurata dai fondi pubblici. Attualmente non è così per nessuna copertura a livello di singoli Stati o – sottolineano i vescovi - neanche per la copertura sanitaria assicurata ai senatori o ad impiegati. I vescovi chiedono, dunque, che si confermi la restrizione dei fondi federali fin qui prevista e peraltro confermata nel testo licenziato dalla Camera. Come abbiamo detto, il testo che uscirà dal Senato dovrà essere armonizzato con quello approvato dalla Camera. In definitiva, in tema di assistenza sanitaria i vescovi tornano a ribadire “tre criteri morali”: il rispetto per la vita e per la libertà di coscienza; la sicurezza di assistenza sanitaria per i poveri; giustizia per gli immigrati. E ribadiscono che il governo federale non dovrebbe in nessun modo incoraggiare l’aborto.







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