Australia: il vescovo Elliott sull’ammissione degli anglicani tradizionalisti nella
Chiesa
L’ammissione degli anglicani tradizionalisti nella Chiesa prevista dalla recente Costituzione
apostolica di Benedetto XVI “Anglicanorum Cœtibus”, dovrà essere un processo “lento,
cauto e prudente”. Ad affermarlo è mons. Peter Elliott, vescovo ausiliare di Melbourne,
incaricato recentemente dalla Conferenza episcopale di supervisionare l’integrazione
nella Chiesa cattolica degli anglicani dissidenti australiani. In un’intervista al
quotidiano diocesano di Perth “The Record” ripresa dall’agenzia Cns, il presule, che
è egli stesso un ex anglicano, evidenzia che gli anglicani tradizionalisti hanno davanti
a sé anni difficili prima che venga istituito un ordinariato per loro in Australia,
come previsto dalla Costituzione apostolica. Per molti di loro – dice – l’allontanamento
dalle loro comunità di origine sarà un grande sacrificio. Se i vescovi australiani
hanno accolto con generale favore l’iniziativa del Santo Padre – precisa il vescovo
– essi non si fanno “illusioni sul fatto che l’istituzione di un ordinariato stabile
in Australia sarà un processo complesso”. Quanto al giudizio sulle sue ripercussioni
sul dialogo ecumenico, anche mons. Elliott non condivide l’opinione di chi lo considera
un danno per l’ecumenismo: “Direi, anzi, il contrario: alla fin fine favorirà un ecumenismo
più forte e più ricco e anche rapporti onesti con tutti gli anglicani”, ha detto il
presule. (L.Z.)