2009-12-18 15:30:18

In vista del Natale si aprono i varchi nella Striscia di Gaza


“Sarà Natale anche per Gaza. Dobbiamo festeggiare anche nella Striscia”. Così padre Jorge Hernandez, parroco di Gaza, racconta il clima in cui la comunità cattolica locale, che accoglie circa 206 persone, si appresta a vivere le prossime festività natalizie. “Fino allo scoppio della prima Intifada era normale andare a festeggiare nei Luoghi Santi. Ma quello era il tempo della Gaza gioiosa”, continua padre Jorge, in un’intervista all’agenzia Sir. A lenire la sofferenza giunge la decisione delle autorità israeliane di aprire i varchi della Striscia in occasione del Natale per permettere ai cristiani di recarsi a Betlemme. “Gli israeliani hanno promesso di rilasciare permessi ai palestinesi cristiani che abbiano dai 35 anni in su. Nel migliore dei casi questi visti potrebbero essere consegnati il 23 o il 24 dicembre. E’ un alito di speranza che ci incoraggia ad andare avanti. Sarebbe importante per le nostre famiglie uscire anche se solo per poco tempo dalla Striscia per festeggiare il Natale a Betlemme che dista solo un’ora e mezza dalla Striscia”. Per il 20 dicembre, è attesa la visita del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che come consuetudine, celebra il Natale a Gaza nella IV domenica di Avvento. “E’ significativo che il Patriarca venga qui tra noi, in questo Natale, che giunge un anno dopo la guerra. Oggi la situazione è sempre precaria, non c’è una pace stabile. La gente coltiva l’incertezza che da un momento all’altro tutto potrebbe cambiare, il pericolo latente pervade la vita quotidiana. Viviamo nella paura e il ricordo di quei giorni è una ferita sempre aperta, in tutta la popolazione. E’ arduo gioire in questa condizione di vita”. Tuttavia, prosegue padre Hernandez, “il Signore è nato e dobbiamo festeggiare, nonostante le difficoltà”. (C.P.)







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