Verso nuove sanzioni internazionali all’Iran dopo i test missilistici condotti
da Teheran
I Paesi del "5+1" (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina, più la Germania) stanno
discutendo sanzioni che potrebbero essere imposte all’Iran il prossimo anno in materia
di nucleare. Lo ha fatto sapere la Casa Bianca. Il portavoce del presidente Obama,
Robert Gibbs, ha detto che ''il tempo sta per scadere'' per Teheran. Il riferimento
è al lancioa avvenuto ieri di un missile iraniano a media gittata, capace di colpire
un bersaglio a duemila chilometri di distanza: un raggio, dunque, entro cui ricadono
Israele, la maggior parte dei Paesi arabi, la Turchia e le regioni più orientali dell'Europa.
Sul significato di questo ennesimo test da parte della Repubblica islamica, nel pieno
della crisi sul programma nucleare, Giada Aquilino ha intervistato Alberto
Zanconato, corrispondente Ansa da Teheran:
R. - E’ un
evento che ha un effetto psicologico notevole ed ovviamente negativo in una situazione
di crescente tensione con la comunità internazionale, e in particolare con l’Occidente,
sul programma nucleare iraniano. L’Iran ha respinto una bozza di accordo con le grandi
potenze, che poteva portare ad una soluzione diplomatica della crisi e si è tornati
a parlare insistentemente nelle ultime settimane - soprattutto da parte di Stati Uniti
e Paesi europei - di possibili nuove sanzioni dure contro l’Iran. D.
- Dalla comunità internazionale arriva dunque la minaccia di nuove sanzioni per il
prossimo anno. Che effetti avrebbero sul Paese, in questo momento di tensioni interne? R.
- Per l’Iran e per il regime iraniano, in questo momento sarebbe probabilmente un
colpo duro. L’Iran, da quando sono state applicate le sanzioni leggere da parte del
Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha sempre detto di non essere toccato, di non essere
preoccupato dalle sanzioni. In una situazione come quella di oggi, nella quale c’è
una forte opposizione interna, caratterizzata da manifestazioni e proteste nelle piazze
che si susseguono ormai da sei mesi, c’è sicuramente il timore che nuove sanzioni
che colpissero le condizioni economiche delle classi sociali anche meno abbienti potrebbero
dare nuova forza alle manifestazioni di protesta contro il regime. Collaborazione
Nato-Russia per l’Afghanistan La Russia non deve più considerare l’Occidente
come una minaccia. Sono parole del segretario generale della Nato, Rasmussen, durante
la sua visita a Mosca durante la quale si è parlato anche di una forte collaborazione
in Afghanistan. In particolare, la Russia ha accettato di aprire al transito militare
verso l'Afghanistan ai Paesi della coalizione. Al centro degli accordi, anche la fornitura
di equipaggiamento militare (in particolare elicotteri) e il rafforzamento del programma
di addestramento della polizia afghana.
Trattato Start disarmo nucleare Il
ministro degli Esteri russo, Lavarov, ha detto che è “altamente improbabile” che un
nuovo trattato Start sul disarmo nucleare tra Washington e Mosca possa essere ratificato
a Copenaghen. Pur ammettendo che “i negoziati di Ginevra vanno avanti registrando
progressi”, e che le due delegazioni “si avvicinano all'obiettivo” finale, il capo
della diplomazia russa ha tuttavia affermato che da parte americana c'è stata una
“frenata”. Al summit nella capitale danese partecipano sia il presidente americano,
Barack Obama, che quello russo, Dmitry Medvedev, e questo aveva fatto pensare che
la Conferenza sul clima potesse essere l'occasione per firmare il nuovo Trattato che
rimpiazzi quello del 1991, scaduto il 5 dicembre.
Yemen terrorismo Giro
di vite nello Yemen contro la rete terrorista di al-Qaeda. La polizia yemenita ha
eseguito alcune operazioni in contemporanea contro terroristi presenti in diverse
città del Paese. Il bilancio parla di 34 miliziani uccisi e di 17 tratti in arresto.
Secondo quanto reso noto oggi dalle autorità locali, sono state colpite in particolare
le cellule presenti nella provincia meridionale di Abyan, nella capitale Sana'a e
nella zona di Arhab, che si trova nel nord del Paese. Un portavoce del Ministero della
difesa afferma, inoltre, che almeno otto delle persone arrestate erano pronte ad entrare
in azione con cinture esplosive contro scuole, uffici pubblici e alcuni giacimenti
di petrolio.
Pakistan In Pakistan, la Corte suprema ha annullato
il decreto di amnistia che riguardava l’attuale presidente, Ali Zardari, accusato
di corruzione. La decisione rischia di rendere ulteriormente fragile il già precario
equilibrio politico del Paese. Tesissima resta anche la situazione sul terreno: due
agenti della sicurezza sono morti e molti altri sono rimasti feriti in un attentato
avvenuto oggi nella Khyber Agency, territorio tribale a ridosso della frontiera con
l'Afghanistan. Nello scontro a fuoco che ne è seguito, tre talebani sono stati uccisi.
Sempre al confine con l’Afghanistan, talebani sono entrati in azione a Bannu dove
è stata distrutta una scuola femminile, la terza in città nell’ultimo anno. Infine,
almeno due miliziani integralisti sono stati uccisi in un raid effettuato da un drone
statunitense contro un covo di talebani nel Waziristan del Nord.
Medio Oriente Tutto
rinviato nell’Autorità nazionale palestinese (Anp), per la definizione dei nuovi vertici,
tra i quali la carica di presidente. Il comitato esecutivo ha infatti prorogato il
mandato presidenziale per altri sei mesi al leader 74.enne Abu Mazen, dopo la conferma
del rinvio a data da destinarsi delle elezioni indette inizialmente indette per il
24 gennaio. Un appuntamento al quale Abu Mazen ha insistito di non volersi ripresentare.
Secondo la comunità internazionale, la situazione di stallo sicuramente non influirà
positivamente nei negoziati di pace con Israele.
Italia - Berlusconi Il
premier italiano, Silvio Berlusconi, è stato dimesso questa mattina dall’ospedale
San Raffaele di Milano dove si trovava ricoverato da domenica scorsa, in seguito all’aggressione
subita in Piazza Duomo, nel capoluogo lombardo. Attraverso una nota, il presidente
del Consiglio ha auspicato che quanto accaduto possa portare ad una maggiore consapevolezza
della necessità di un linguaggio più pacato. Intanto, il suo medico personale ha ribadito
che Berlusconi dovrà astenersi da attività pubbliche impegnative per almeno 10-15
giorni.
Italia - disoccupazione L’onda lunga della crisi internazionale
continua a far sentire i suoi effetti sulla disoccupazione. Il nuovo allarme arriva
dall’Italia, dove l’Istat ha rivelato una perdita di oltre 500 mila posti di lavoro
nel terzo trimestre del 2009, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad
ottobre, il tasso di disoccupazione è salito così al'8,2%, il dato peggiore dall’aprile
2004. Quella che si profila per i prossimi anni, afferma Confindustria, rimane una
ripresa “lenta e faticosa, in salita e ostacolata da venti contrari”.
Grecia
- sciopero nazionale In Grecia, migliaia di lavoratori sono scesi in piazza
per lo sciopero nazionale di oggi contro il piano di rilancio dell’economia, varato
in questi giorni dall’esecutivo socialista di Papandreou. Numerosi i cortei organizzati
in varie città dal Partito comunista e da alcune associazioni di categoria. All’agitazione
non hanno aderito i due principali sindacati. Partecipa invece quello dei giornalisti.
Madagascar In
Madagascar, l’ex sindaco di Antananarivo e attuale uomo forte del paese, Andry Rajoelina,
ha annunciato ieri che le prossime elezioni legislative si terranno il prossimo 20
marzo. Dal voto, dovrebbe uscire la futura Assemblea costituente. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIII no. 351 E' possibile
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