Pakistan: liberi due cristiani in carcere per blasfemia
Sono stati scarcerati lunedì scorso i due cristiani incriminati e arrestati in Pakistan,
nell’ottobre del 2008 con l’accusa di blasfemia contro l’Islam. Gulsher Masih e sua
figlia Sandal, originari di un villaggio vicino Faisalabad, erano stati incriminati
per aver strappato alcune pagine del Corano e per averle gettate per strada. A riferirlo,
ad AsiaNews, è l’avvocato dei Gulsher, Khalil Tahir che riporta la sentenza del tribunale
di Faisalabad. A muovere l’accusa sarebbero stati alcuni musulmani che si trovavano
nei pressi della casa dei Gulsher. La vicenda pare fosse stata montata ad arte da
un gruppo di estremisti che avevano sparso la voce dell’accaduto nelle Moschee vicine,
innescando la rivolta di una folla inferocita. Per due mesi i Gulsher sono stati al
centro di episodi di violenza: lanci di pietre contro la loro casa, manifestazioni
e cortei lungo le strade del villaggio al grido di “a morte i balsfemi”. Poi, finalmente,
la sentenza di assoluzione emessa dal giudice Mohammad Ghazanfer che ha permesso la
scarcerazione. Secondo i dati raccolti dalla Commissione nazionale di Giustizia e
Pace (Ncjp) della Chiesa cattolica pakistana, dal 1986 all’agosto 2009, almeno 964
persone sono state incriminate in base alla legge sulla blasfemia: fra queste 479
erano musulmani, 119 cristiani, 340 ahmadi, 14 indù e 10 di religione sconosciuta.
Almeno 33 gli omicidi extra-giudiziali, compiuti da singoli o folle inferocite. L’ultimo
della lista è Fanish, morto nel settembre scorso. (R. R.)