Nuova fiammata di tensioni tra Iran e Occidente, dopo che questa mattina Teheran ha
testato un nuovo missile a lungo raggio in grado di raggiungere Israele. Sullo sfondo,
intanto, resta il controverso programma nucleare e il duro scontro politico interno
alla Repubblica islamica. Il servizio di Marco Guerra:
Teheran ha portato
a termine con successo il test di Sejil-2, missile a lunga gittata con un raggio d'azione
maggiore dello Shahab, collaudato di recente e in grado di raggiungere il territorio
israeliano e le basi militari statunitensi nel Golfo. L’annuncio dato dalla tv di
stato iraniana ha raccolto l’immediata la reazione occidentale. Il premier britannico,
Gordon Brown, ha detto che il test spinge “verso nuove sanzioni”. Sullo stesso tono
Parigi, che parla di “un pessimo segnale rivolto alla comunità internazionale”. Gli
Stati Uniti sono intanto passati dalle parole ai fatti. Ieri sera, la Camera di Washington
ha approvato una misura per imporre sanzioni alle compagnie straniere che forniscono
benzina all'Iran. Teheran, a causa della mancanza di raffinerie interne, è infatti
costretta ad importare circa il 40% del suo fabbisogno di carburante. Sempre più tesa
anche la situazione nel Paese: il capo della magistratura iraniana, l'ayatollah Sadeq
Larijani, sostiene di poter provare che i leader dell'opposizione hanno alimentato
le proteste dopo le contestate elezioni presidenziali del 12 giugno, e ha avvertito
che il sistema giudiziario potrebbe decidere di agire in ogni momento contro di loro.