Filippine: urgenti misure di sicurezza a Maguindanao dopo la fine della legge marziale
In seguito alle proteste della popolazione filippina e le accuse di incostituzionalità
da parte delle autorità politiche ed ecclesiastiche, la presidente Gloria Arroyo -
Macapagal, è stata costretta a revocare la legge marziale nella regione autonoma a
maggioranza musulmana di Mindanao, proclamata lo scorso 5 dicembre ed abrogata il
12 dello stesso mese. Vescovi filippini invitano il governo ora ad impegnarsi per
assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di Maguindanao, e chiedono di
provvedere ad “urgenti misure di sicurezza”. Come riportato dall'agenzia Asianews,
persiste infatti lo stato di emergenza nelle province di Maguinandao, Cotabato e Sultan
Kudarat. Oltre 4 mila militari presidiano l’area controllata dall’ex governatore dell’Armm
(Autonomous Region in Muslim Mindanao), Andal Ampatuan sr., considerato il principale
mandante del massacro dei sostenitori di Ishmael “Toto” Mangudadatu. Secondo padre
Albert Alejo, rettore della Catholic University di Zamboanga, il governo dovrebbe
compiere una serie di verifiche anche in merito all’utilizzo dei fondi concessi dall’AsianDevelopment Banke dalla Banca Mondiale. “E’ necessaria un’interruzione
dei fondi internazionali – afferma il sacerdote – perché questi servono solo per mantenere
i signori della guerra”. (C.P.)