Dai seminari dell'Africa un altro allarme sul clima
“Fino all’inizio degli anni ’90 i nostri seminaristi riuscivano a soddisfare gran
parte delle esigenze alimentari delle proprie comunità coltivando i campi. Negli ultimi
anni, a causa dei cambimenti climatici, non si riesce a produrre più niente, e dobbiamo
dipendere dagli aiuti esterni per sopravvivere”. E’ la preoccupazione espressa all’agenzia
Fides da padre Terence Lino Idraku, sacerdote degli “Apostles of Jesus”, la prima
congregazione missionaria africana, fondata in Uganda nel 1968. Padre Terence, che
attualmente è a Roma per completare gli studi dopo aver lavorato nei seminari della
congregazione, sottolinea che le regole dell’istituto prevedono ogni giorno la preghiera,
lo studio e il lavoro. Così, attraverso il lavoro dei campi, i seminaristi producevano
mais, sorgo, patate dolci, fagioli. Negli ultimi anni le piogge arrivano in ritardo
e con violenza, così distruggono quello che si era piantato in ritardo, mentre nei
periodi sempre più lunghi di siccità, a causa delle elevate temperature, i germogli
seccano. L’unica cosa che si può ancora coltivare è un po’ di verdura, che però deve
essere innaffiata a mano. La gravità della situazione non riguarda solo una particolare
zona dell’Africa, come spiega padre Terence, sottolineando che la Congregazione ha
5 seminari minori con circa 800 alunni (due in Uganda, uno in Kenya, uno in Tanzania
e uno in Sudan), un seminario di filosofia e uno di teologia, entrambi in Kenya, con
circa 250 studenti, e due noviziati, in Kenya e in Tanzania, che ospitano una cinquantina
di studenti ciascuno. “Grazie a Dio le vocazioni non mancano – sottolinea il sacerdote
- tanto che dobbiamo rifiutarle per mancanza di posto”. E’ inoltre da considerare
che i seminari si trovano in zone di conflitto, dove la povertà è alta, per cui i
genitori hanno già difficoltà a pagare la retta al seminario, e non si può chiedere
loro un ulteriore contributo per il vitto. Bisogna infatti retribuire i professori,
mantenere gli ambienti, provvedere ad acquistare la benzina per i generatori elettrici
dove non c’è corrente. “Il problema dei cambiamenti climatici è un problema serio,
che ha gravi conseguenze sulla vita delle persone, specie le più povere – conclude
padre Terence -. Tutti sanno che i cambiamenti climatici non sono del tutto naturali,
ma in buona parte sono causati dall’azione dell’uomo. Allora è meglio sospendere la
produzione di ciò che porta alle mutazioni del clima piuttosto che compromettere la
sopravvivenza di intere popolazioni”. (R.P.)