Il cardinale Urosa auspica per il Venezuela un 2010 di pace e riconciliazione
“Oggi è dovere di tutti, governanti, operatori della comunicazione e partiti politici,
far sì che nel Paese ci sia pace e l’anno che sta arrivando sia quello della riconciliazione
perché i venezuelani non possono essere tra loro nemici”. E’ l’auspicio espresso sabato
scorso, dall’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa, in occasione delle celebrazioni
per i 150 anni della presenza salesiana in Venezuela. “Al di sopra delle differenze,
ha precisato il porporato, tutti siamo membri dello stesso popolo e dunque dobbiamo
vivere come fratelli. Tra noi non deve e non può esistere inimicizia. La vicinanza
del Natale è il tempo migliore per meditare sulla pace e sulla riconciliazione, consapevoli
che dai nostri cuori dobbiamo sradicare qualsiasi intento di scontro”. D’altra parte,
l’arcivescovo di Caracas, ha voluto ricordare la delicata situazione che vive il sistema
giudiziario del Paese, in particolare, il “fatto che ci siano persone in carcere a
causa delle loro simpatie politiche. Occorre, ha spiegato, che la giustizia agisca
con imparzialità. Non è possibile sottoporre a processo una persona perché non è d’accordo
con le azioni del governo”. Senza fare riferimento a nessuna situazione in particolare,
il cardinale Jorge Urosa ha molto insistito sul fatto che “è compito di tutti lavorare
sempre per la pace e la riconciliazione” per creare un clima adeguato alle intese,
“alla collaborazione e alla difesa del bene di tutti”. Il porporato venezuelano ha
poi rilevato che la presenza salesiana nel Paese sin dal primo momento è stata al
servizio del bene comune della nazione per la quale, i “salesiani hanno fatto tanto,
dando sempre il meglio del loro carisma”, in particolare al servizio dei giovani nei
settori più umili. I salesiani in Venezuela sono presenti con le loro attività pastorali
in diverse realtà ecclesiali, in particolare amministrano decine di parrocchie, spesso
in luoghi lontani e difficili; guidano numerosi centri giovanili e di formazione professionale
e agiscono anche nel campo dell’editoria e degli audiovisivi. Una pagina di grande
rilievo nella storia dei salesiani venezuelani che si ricorda anche in questi giorni
sono i 76 anni dell'arrivo dei primi missionari di don Bosco nelle regioni amazzoniche,
in particolare a Puerto Ayacucho. Dall'11 febbraio 1933 sino ad oggi il "progetto
missionario di don Bosco nell'Amazzonia" è cresciuto enormemente, stabilendo vincoli
importanti con la medesima opera salesiana nella parte brasiliana. Si tratta, in sostanza,
di una delle più rilevante presenze missionaria della Chiesa cattolica nella regiona
latinoamericana. (A cura di Luis Badilla)