Congo: ancora un assalto al monastero di Bukavu dove il 7 dicembre era stata uccisa
una religiosa
Ancora violenze contro la Chiesa a Bukavu, capoluogo del sud Kivu, nell’est della
Repubblica Democratica del Congo. Secondo un comunicato pervenuto all’agenzia Fides,
nella notte di domenica 13 dicembre il monastero di Nostra Signora della Luce di Muresa
è stato di nuovo assalito da uomini armati. Gli assalitori sono stati messi in fuga
dalla polizia che sorveglia la zona dopo l’attacco subito dallo stesso monastero il
7 dicembre, quando venne uccisa suor Denise Kahambo Murahirwa. Di fronte alla grave
situazione di insicurezza nel sud Kivu, il Presidente Joseph Kabila e i Ministri della
Repubblica hanno trascorso il weekend a Bukavu, dove sabato 12 dicembre hanno tenuto
il Consiglio dei Ministri. Oggi i cristiani di Bukavu effettueranno una marcia della
pace, seguita dalla celebrazione di una Messa nelle parrocchie dell’arcidiocesi di
Bukavu e della diocesi limitrofa di Uvira. Dal 15 al 31 dicembre infine la popolazione
di Bukavu è stata invitata a suonare una campana, un fischietto o il claxon alle 12
di ogni giorno, per chiedere il ritorno della pace. Anche nel nord Kivu permane una
situazione di forte insicurezza, come hanno constatato lo scorso 4 novembre i sacerdoti
diocesani e religiosi della diocesi di Butembo-Beni (Nord Kivu), che riuniti in assemblea
hanno analizzato la situazione socio-politica. Nel loro messaggio finale si denuncia
l’insicurezza crescente, sia in ambiente rurale che urbano. “Tutto porta a credere
all'esistenza di una volontà deliberata di seminare panico e desolazione, affinché
la popolazione abbandoni la sua terra e viva in campi profughi. Si è tentati di credere
che ciò che sta avvenendo nelle Province del Nord e del Sud-Kivu non sia effetto accidentale
del caso, ma la realizzazione di un piano ben preciso. Da parte sua, il popolo ha
già fatto la sua scelta: ‘Preferiamo restare a casa nostra’. In questo caso, bisognerà
aspettarsi massacri generalizzati". (R.P.)