Vertice sul clima: ieri celebrazione ecumenica con l'arcivescovo di Canterbury
I delegati delle reti mondiali di agenzie umanitarie aderenti a Caritas internationalis
e Cidse, provenienti da 25 Paesi, hanno partecipato ieri a Copenaghen ad una celebrazione
ecumenica nella cattedrale luterana, presieduta dall’arcivescovo di Canterbury Rowan
Williams, alla presenza della Regina di Danimarca e di molti negoziatori che partecipano
in prima persona al vertice Onu sui cambiamenti climatici. Williams ha ricordato “le
profonde basi religiose del nostro impegno a favore dell’ambiente”, invitando ad interrogarsi
se gli “atteggiamenti e gli stili di vita” personali siano consoni al rispetto del
mondo in cui “Dio ci ha chiamati ad abitare”. “Come costruire delle istituzioni internazionali
in grado di assicurare che le risorse vadano dove c’è bisogno?”, si è chiesto, auspicando
che i provvedimenti vadano nelle tasche dei più poveri e svantaggiati. “Non possiamo
mostrare il lato giusto dell’amore – ha affermato l’arcivescovo di Canterbury – se
come umani non lavoriamo per salvaguardare la terra come dimora sicura per tutti”.
Sempre ieri le campane delle chiese cristiane di Copenaghen, della Danimarca e di
tutto il mondo hanno suonato nel pomeriggio 350 rintocchi per chiedere “azioni concrete”
ai governanti riuniti al vertice sui cambiamenti climatici. L’iniziativa è stata promossa
dalle Chiese cristiane d'Europa, dal Ccee e dalla Kek, e rilanciata dalle reti di
agenzie umanitarie Caritas internationalis e Cidse. Il numero dei rintocchi non è
casuale: 350 sono le parti per milione di CO2 in cui rientrare, secondo l'opinione
degli scienziati, per non alterare il clima. La catena di rintocchi e preghiere si
è estesa per tutto il pianeta, lungo il fuso orario che partendo dalle Isole Fiji,
nel Sud Pacifico - la prima regione in cui sorge il sole, dove gli effetti negativi
del cambiamento climatico si fanno già sentire - arriva fino all'Europa settentrionale.
(R.P.)