I vescovi cileni: dopo le elezioni vinti e vincitori collaborino per il bene della
nazione
“Al di là di chi alla fine sarà il vincitore, tutti devono evitare le euforie eccesive
e coloro che risulteranno sconfitti non dovranno mai smettere di offrire la propria
collaborazione apportando idee e proposte per il bene del Cile”. Queste le parole
pronuniciate ieri, dopo aver votato, dall’arcivescovo di Santiago, cardinale Francisco
Javier Errázuriz che si è presentato agli scrutatori del suo seggio con piccoli doni
per “per aiutare a passare la lunga giornata elettorale”. Lo stesso gesto hanno fatto
tutti i vescovi del Paese e tra loro quello di Rancagua, mons. Alejandro Goic, presidente
dell’episcopato, che parlando con i giornalisti ha spiegato che con questo gesto si
desidera “non solo ringraziare queste persone ma sottolineare l’importanza della loro
opera nel rinforzamento della democrazia”. Il presidente dei vescovi ha augurato a
tutta la nazione, come poi è accaduto, una “giornata elettorale serena, pacifica e
senza nessuna violenza”, ricordando al tempo stesso che “la democrazia ha i suoi riti
e che quello fondamentale consiste nel concedere ai cittadini di esprimersi liberamente”.
Poi, mons. Goic, ha rilevato quanto già detto dai vescovi nelle settimane scorse:
“Chi vince deve ricordare che diventa servitore e coloro che perdono devono continuare
ad avere voce e diritti Ci troviamo in un’epoca nuova: abbiamo ricuperato la democrazia
e siamo cresciuti dal punto di vista economico. Ma occorre fare alcuni importanti
passi nuovi, soprattutto per fare della nostra una società più equa, e dove esista
più partecipazione e più solidarietà”. Infine, rispondendo alle domande sulle principali
sfide del futuro e anche sulle incertezze più preoccupanti, mons. Goic ha precisato
che “è necessario un maggiore sforzo tra tutti i cileni per stabilire un accordo sui
valori fondamentali che devono guidare la vita del popolo. Per esempio dare importanza
e centralità alla famiglia, più giustizia ed equità per rispondere con la solidarietà
alla cultura fortemente individualista. Inoltre, ha aggiunto, una vera e solida democrazia
deve avere una permanente preoccupazione per i più poveri e i più deboli. E’ dovere
di tutti, ha concluso, reagire con generosità e nobiltà di spirito poiché il Cile
è di tutti e non solo di coloro che alla fine vinceranno un’elezione”. (A cura
di Luis Badilla)