2009-12-14 16:27:27

I vescovi cileni: dopo le elezioni vinti e vincitori collaborino per il bene della nazione


“Al di là di chi alla fine sarà il vincitore, tutti devono evitare le euforie eccesive e coloro che risulteranno sconfitti non dovranno mai smettere di offrire la propria collaborazione apportando idee e proposte per il bene del Cile”. Queste le parole pronuniciate ieri, dopo aver votato, dall’arcivescovo di Santiago, cardinale Francisco Javier Errázuriz che si è presentato agli scrutatori del suo seggio con piccoli doni per “per aiutare a passare la lunga giornata elettorale”. Lo stesso gesto hanno fatto tutti i vescovi del Paese e tra loro quello di Rancagua, mons. Alejandro Goic, presidente dell’episcopato, che parlando con i giornalisti ha spiegato che con questo gesto si desidera “non solo ringraziare queste persone ma sottolineare l’importanza della loro opera nel rinforzamento della democrazia”. Il presidente dei vescovi ha augurato a tutta la nazione, come poi è accaduto, una “giornata elettorale serena, pacifica e senza nessuna violenza”, ricordando al tempo stesso che “la democrazia ha i suoi riti e che quello fondamentale consiste nel concedere ai cittadini di esprimersi liberamente”. Poi, mons. Goic, ha rilevato quanto già detto dai vescovi nelle settimane scorse: “Chi vince deve ricordare che diventa servitore e coloro che perdono devono continuare ad avere voce e diritti Ci troviamo in un’epoca nuova: abbiamo ricuperato la democrazia e siamo cresciuti dal punto di vista economico. Ma occorre fare alcuni importanti passi nuovi, soprattutto per fare della nostra una società più equa, e dove esista più partecipazione e più solidarietà”. Infine, rispondendo alle domande sulle principali sfide del futuro e anche sulle incertezze più preoccupanti, mons. Goic ha precisato che “è necessario un maggiore sforzo tra tutti i cileni per stabilire un accordo sui valori fondamentali che devono guidare la vita del popolo. Per esempio dare importanza e centralità alla famiglia, più giustizia ed equità per rispondere con la solidarietà alla cultura fortemente individualista. Inoltre, ha aggiunto, una vera e solida democrazia deve avere una permanente preoccupazione per i più poveri e i più deboli. E’ dovere di tutti, ha concluso, reagire con generosità e nobiltà di spirito poiché il Cile è di tutti e non solo di coloro che alla fine vinceranno un’elezione”. (A cura di Luis Badilla)







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