Bolivia: il cardinale Terrazas ricorda 300 anni di lavoro missionario a Concepcion
Il cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, ha presieduto
l'8 dicembre la Santa Messa di ringraziamento del popolo di Concepcion per i 300 anni
di fondazione: una celebrazione molto sentita, cui ha partecipato tutta la popolazione
venuta ad ascoltare le parole del suo Pastore. La cattedrale di Concepcion era completamente
gremita e vi hanno assistito tutti, dalle autorità pubbliche all'ultimo cittadino.
Prima della celebrazione, la gioventù di Concepcion ha dato vita ad una rappresentazione
teatrale di quello che fu il momento della fondazione del paese, appunto 300 anni
fa. I festeggiamenti si sono prolungati per una settimana. Durante la sua omelia,
il cardinale Terrazas ha ricordato che al momento della nascita non solo si riceve
un nome, ma si riceve anche una missione, un lavoro e un ruolo da svolgere, in cui
si concentra l'identità: "l'orgoglio di ognuno di voi è la fede incrollabile, inflessibile,
quella fede nel Signore, nell'amore e nell'affetto per sua Madre, la Vergine, che
è anche Madre Nostra". Il cardinale ha ricordato quindi la storia della popolazione,
il lavoro dei sacerdoti diocesani e poi l'arrivo della famiglia francescana. Tutta
la storia è scritta con "luci e ombre, scritta col sangue da una parte, e con dubbi
ed errori dall'altra, ma ci sono anche gioie e benedizioni, e una di queste benedizioni
è la presenza di Cristo sulla Croce e la sua Risurrezione, che è presente in ciascuna
delle nostre vite. Tutto il popolo di Concepcion è segnato dall’esempio dei missionari
francescani. A poco a poco, durante la storia di Concepcion, i missionari sono cresciuti
con l’aiuto delle comunità”. All’Eucaristia ha partecipato anche mons. Antonio Reimann,
vicario Apostolico di Nuflo di Chavez, il quale ha ringraziato il popolo di Concepcion
per il sostegno ai missionari e anche per il grande contributo all’opera di evangelizzazione
realizzata insieme ai missionari durante questi 300 anni di vita comunitaria. (R.P.)