Rispettare la dignità della persona nella malattia nonostante le sollecitazioni della
società efficientistica: così il Papa all’Hospice Sacro Cuore al Gianicolo
Il valore della dignità umana anche nella malattia, che oggi si scontra con la mentalità
prevalente che mette al centro l’efficienza fisica. Questo il cuore del discorso di
Benedetto XVI che ha visitato questa mattina l'Hospice Sacro Cuore, al Gianicolo,
un centro di cure palliative gratuite per malati terminali, che si occupa anche di
formazione e ricerca. Il Papa è stato accolto, tra gli altri, dal cardinale vicario
Agostino Vallini, dal presidente del Circolo San Pietro, Duca Leopoldo Torlonia, e
dal presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Emanuele. Forte la commozione dei
malati e dei familiari presenti. Le parole del Pontefice nel servizio di Roberta
Barbi:
“Oggi,
la prevalente mentalità efficientistica tende spesso ad emarginare queste persone,
ritenendole un peso ed un problema per la società. Chi ha il senso della dignità umana
sa, invece, che esse vanno rispettate e sostenute mentre affrontano le difficoltà
e la sofferenza legate alle loro condizioni di salute”.
Il Papa,
in visita all’Hospice Sacro Cuore che ospita malati di cancro in fase terminale, persone
affette da Alzheimer e da Sla, loda l’utilizzo che il Centro fa delle cure palliative.
“…
le quali sono in grado di lenire le pene che derivano dalla malattia e di aiutare
le persone inferme a viverla con dignità. Tuttavia, accanto alle indispensabili cure
cliniche, occorre offrire ai malati gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana
solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di
costante incoraggiamento”. Benedetto
XVI parla con commozione dei momenti di crisi e di smarrimento che inevitabilmente
vivono i malati giunti alla fine della vita e porta loro il messaggio di speranza
di Cristo, che cammina accanto ai sofferenti facendo sue le ferite del corpo e dello
spirito.
“Sono venuto per offrire a ciascuno una
concreta testimonianza di vicinanza e di affetto. Vi assicuro la mia preghiera, e
vi invito a trovare in Gesù sostegno e conforto, per non perdere mai la fiducia e
la speranza. La vostra malattia è una prova ben dolorosa e singolare, ma davanti al
mistero di Dio, che ha assunto la nostra carne mortale, essa acquista il suo senso
e diventa dono e occasione di santificazione”.
E
ha aggiunto:
“Quando la sofferenza e lo sconforto
si fanno più forti, pensate che Cristo vi sta associando alla sua croce perché vuole
dire attraverso voi una parola di amore a quanti hanno smarrito la strada della vita
e, chiusi nel proprio vuoto egoismo, vivono nel peccato e nella lontananza da Dio.
Infatti, le vostre condizioni di salute testimoniano che la vita vera non è qui, ma
presso Dio, dove ognuno di noi troverà la sua gioia se avrà umilmente posto i suoi
passi dietro a quelli dell’uomo più vero: Gesù di Nazaret, Maestro e Signore”.
Il
Papa sottolinea come la malattia possa diventare una particolare esperienza in questo
tempo d’Avvento in cui si attende con gioia la nascita di Gesù, la cui venuta significa
salvezza.
“Il tempo dell’Avvento, nel quale siamo
immersi, ci parla della visita di Dio e ci invita a preparagli la strada. Alla luce
della fede possiamo leggere nella malattia e nella sofferenza una particolare esperienza
dell’Avvento, una visita di Dio che in modo misterioso viene incontro per liberare
dalla solitudine e dal non-senso e trasformare il dolore in tempo di incontro con
Lui, di speranza e di salvezza. Il Signore viene, è qui, accanto a noi! Questa certezza
cristiana ci aiuti a comprendere anche la “tribolazione” come il modo con cui Egli
può venire incontro e diventare per ciascuno il “Dio vicino” che libera e salva”.
Ricordando la figura evangelica del buon samaritano
che “prova compassione e si prende cura del prossimo”, il Santo Padre incoraggia l’opera
del personale sanitario e dei volontari del Circolo di San Pietro che ogni giorno
offrono agli ospiti e ai loro congiunti “un’assistenza adeguata e attenta alle esigenze
di ciascuno”.
“E’ quanto viene felicemente realizzato
qui, all’Hospice Fondazione Roma, che pone al centro del proprio impegno la cura e
l’accoglienza premurosa dei malati e dei loro familiari, in consonanza con quanto
insegna la Chiesa, la quale, attraverso i secoli, si è mostrata sempre come madre
amorevole di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito”.