La vera gioia cristiana e il presepe: nelle parole del Papa che all’Angelus benedice
i "bambinelli", ricorda i 4 missionari morti in Africa e cita la 'Giornata per le
nuove chiese'
Il Mistero di Dio nella nostra vita è la fonte della vera gioia: così il Papa invita
nella terza Domenica di Avvento a vivere quello che il presepe rappresenta: amore,
umiltà, povertà. Lo fa benedicendo i “bambinelli” in piazza. Poi parole in ricordo
dei 4 missionari morti in Africa in questi giorni. Il servizio di Fausta Speranza.
“La vera
gioia è il sentire che la nostra esistenza personale e comunitaria viene visitata
e riempita da un mistero grande, il mistero dell’amore di Dio”. Così il Papa saluta
i bambini giunti in piazza per la tradizionale benedizione dei “bambinelli”:
"Carissimi,
vi saluto tutti con grande affetto e vi ringrazio di essere venuti. È per me motivo
di gioia sapere che nelle vostre famiglie si conserva l’usanza di fare il presepe.
Però non basta ripetere un gesto tradizionale, per quanto importante. Bisogna cercare
di vivere nella realtà di tutti i giorni quello che il presepe rappresenta, cioè l’amore
di Cristo, la sua umiltà, la sua povertà". Nella terza Domenica
di Avvento, Benedetto XVI ricorda che “san Francesco a Greccio rappresentò dal vivo
la scena della Natività, per poterla contemplare e adorare, ma soprattutto per saper
meglio mettere in pratica il messaggio del Figlio di Dio, che per amore nostro si
è spogliato di tutto e si è fatto piccolo bambino”. La benedizione dei bambinelli
– sottolinea – ci ricorda che “il presepio è una scuola di vita”:
"Guardiamo
il presepe: la Madonna e san Giuseppe non sembrano una famiglia molto fortunata; hanno
avuto il loro primo figlio in mezzo a grandi disagi; eppure sono pieni di intima gioia,
perché si amano, si aiutano, e soprattutto sono certi che nella loro storia è all’opera
Dio, il Quale si è fatto presente nel piccolo Gesù". E
aggiunge:
"E i pastori? Che motivo avrebbero di
rallegrarsi? Quel Neonato non cambierà certo la loro condizione di povertà e di emarginazione.
Ma la fede li aiuta a riconoscere nel “bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”,
il “segno” del compiersi delle promesse di Dio per tutti gli uomini “che egli ama”,
anche per loro!" Per gioire abbiamo
bisogno non solo di cose, ma di amore e di verità – dice il Papa - abbiamo bisogno
di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore, e risponde alle nostre attese profonde.
Questo Dio si è manifestato in Gesù, nato dalla Vergine Maria. Perciò quel Bambinello,
che mettiamo nella capanna o nella grotta, è il centro di tutto, è il cuore del mondo.
Dopo la preghiera mariana, un ringraziamento al Centro Oratori Romani, che ha organizzato
la manifestazione dei “Bambinelli”, e un pensiero alla “Giornata per le nuove chiese”,
organizzata oggi nella Diocesi di Roma.
"Nella
nostra città, vi sono comunità che non dispongono di un adeguato luogo di culto dove
abita il Signore con noi e di strutture per le attività formative. Rinnovo pertanto
a tutti l’invito a contribuire, affinché possano essere presto realizzati i centri
pastorali necessari. Grazie della vostra generosità!" Poi
il ricordo sentito dei 4 missionari uccisi in diversi Paesi africani in questa settimana:
"Si
tratta dei Sacerdoti Padre Daniel Cizimya, Padre Louis Blondel e Padre Gerry Roche
e di Suor Denise Kahambu. Sono stati fedeli testimoni del Vangelo, che hanno saputo
annunciare con coraggio, anche a rischio della propria vita. Mentre esprimo vicinanza
ai familiari e alle comunità che sono nel dolore, invito tutti ad unirsi alla mia
preghiera perché il Signore li accolga nella Sua Casa, consoli quanti ne piangono
la scomparsa e porti, con la Sua venuta, riconciliazione e pace". Poi
in francese, un incoraggiamento a testimoniare la Buona Novella aprendo il cuore agli
altri; in inglese l’invito a rinnovare la gioia vera che viene dalla speranza della
Salvezza; in spagnolo un saluto particolare ai Legionari di Cristo e a quanti sono
stati ordinati sacerdoti; in polacco l’esortazione a rallegrarsi nel Signore che viene.
In italiano un saluto particolare ai fedeli provenienti da Montevarchi, Empoli, Arezzo
e dalla parrocchia romana di Santa Edith Stein; i bambini della Scuola “Ravasco” di
Pescara e i ragazzi di Palma Campania; il gruppo della Polizia Municipale di Agropoli,
quello dell’Ospedale “San Giuseppe e Melorio” di Santa Maria Capua Vetere e l’associazione
“Cambio-Passo” di Canicattì; come pure i partecipanti al corteo che rievoca alcune
tradizioni storico-religiose italiane.
Si tratta del “Corteo
storico Advenimus Solium Petri”, composto da circa 330 persone in costume d’epoca,
il corteo ha condotto in piazza una rappresentanza di gruppi storici provenienti da
diversi paesi del Lazio, insieme ad amministratori locali e a volontari della protezione
civile.