Conferenza di Copenaghen sul Clima: il giorno della protesta ambientalista
Al termine della prima settimana di lavori, a Copenaghen sta per entrare nel vivo
il vertice Onu sul clima. Oggi è previsto l’arrivo dei ministri delle diverse delazioni
nazionali, che nel pomeriggio faranno il punto sullo stato dei negoziati. Intanto,
nella capitale danese ha preso il via la grande manifestazione organizzata da oltre
500 gruppi ambientalisti. Il servizio di Marco Guerra:
I risultati
della prima settimana di negoziati saranno illustrati dai ministri e dai capi delegazione
dei diversi Paesi nell’odierna sessione pomeridiana, che ha fra l’altro l’obiettivo
di indicare la strada da percorrere nei prossimi giorni, quando si entrerà nella fase
saliente del vertice alla presenza di tutti capi di Stato e di governo. Sul tappeto
restano le due bozze di accordo principali: una, sotto la Convenzione Onu sul
clima del ‘92, l'altra sotto il gruppo del Protocollo di Kyoto. Tra le novità principali,
l'indicazione per uno stop della corsa al rialzo della temperatura media a 1,5-2 gradi.
Entrambi i testi sono mossi dagli stessi principi: il grosso dei tagli delle emissioni
a carico dei Paesi ricchi e contributo dei Paesi in via di sviluppo con azioni di
riduzioni interne. Ma al momento, i target sono ancora lontani dall’essere fissati.
Ieri, l’Europa ha rilanciato proponendo un’aumento dei tagli di Co2 dal 20 al 30%
entro il 2020, legandolo però ad un impegno altrettanto ambizioso da parte degli altri
attori della partita. L’Ue ha inoltre messo nero su bianco gli aiuti da destinare
ai Paesi poveri per fronteggiare le catastrofi ambientali. L’accordo raggiunto ieri
a Bruxelles dai 27 Stati membri prevede 7,2 miliardi di euro per il triennio 2010-2012.
Pakistan Si
è conclusa l'offensiva militare dell’esercito pakistano nella regione tribale del
sud Waziristan lanciato a metà ottobre. Lo ha annunciato a Lahore il primo ministro
del Pakistan, Yousuf Raza Gilani, sottolineando il successo riportato nei due mesi
di combattimenti, durante i quauli sono rimasti uccisi circa 600 militanti talebani
e 80 soldati. Le operazioni si sposteranno ora sul fronte degli insorti della vicina
zona di Orakzai, ma il premier non ha precisato ancora alcuna data d’inizio. Poche
ore prima dell’annuncio di Islamabad, il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama,
in un’intervista televisiva ha esortato il Pakistan a una “maggiore cooperazione”
nella lotta al Qaeda. Le zone del Paese limitrofe con l'Afghanistan, ha aggiunto Obama,
“sono l'epicentro dell'estremismo violento contro l'Occidente”.
Afghanistan:
ucciso da drone una delle "menti" di al Qaeda Si tratta di uno degli estremisti
che organizzava le operazioni di al Qaeda a cavallo del confine con il Pakistan l'uomo
ucciso da un drone statunitense in Afghanistan nei giorni scorsi. La conferma è arrivata
grazie all’identificazione di un funzionario dell'antiterrorismo statunitense. L'uomo,
che aveva contatti anche con gruppi terroristici in Africa orientale, tra cui al-Shabaab,
ed era coinvolto in operazioni in tutto il mondo.
Iraq: raggiungerà 12 milioni
di barili al giorno La Compagnia russa Lukoil e la norvegese Statoil hanno
ottenuto i diritti di sfruttamento per West-Qurna 2 nel Sud dell'Iraq, il più grande
giacimento petrolifero del mondo. La coppia Lukoil-Statoil ha strappato il contratto
grazie a un'offerta che prevede l'aumento della produzione di 1,8 milioni di barili
al giorno. L'Iraq ha molti altri giacimenti di petrolio - inclusi dei maxi-siti -
da offrire alle compagnie internazionali. Il ministro del Petrolio iracheno, Hussein
al-Shahristani, ha precisato che il Paese raggiungerà una produzione di 12 milioni
di barili al giorno in sei anni. L'aumento della capacità produttiva, sottolinea il
ministro, “deriva dai contratti che il governo sta negoziando con le compagnie internazionali”.
Turchia:
chiuso partito filo-curdo La Corte costituzionale turca ha deciso oggi la messa
al bando del partito filo-curdo Dtp (Partito della società democratica). Dopo l'annuncio
della chiusura, centinaia di curdi hanno invaso le strade di Diyarbakir, città del
sudest del Paese a maggioranza curda. A Instanbul, un centinaio di sostenitori del
Dtp si sono radunati davanti alla sede della formazione politica dichiarata fuorilegge.
Due deputati del partito filo-curdo sono stati sospesi dall'incarico parlamentare
con effetto immediato.
Gaza: palestinese ucciso da fuoco israeliano Un
palestinese è stato ucciso oggi dal fuoco israeliano a est del campo profughi di El
Bureij, nella striscia di Gaza, dopo che si era avvicinato al reticolato di confine
con Israele. Intanto, sembrano essere iniziati i lavori per la costruzione di una
barriera dal lato egiziano della linea di frontiera con Gaza. Si tratta di scavi per
impedire la creazione di nuovi tunnel da parte dei palestinesi. Finora sono stati
compiuti scavi per circa 800 metri.
Economia: Grecia-Ue La Grecia
onorerà i sui debiti senza ricorrere al Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo ha
assicurato ieri il premier, Georges Papandreou, impegnato nella messa a punto di un
complesso piano di risanamento dei conti pubblici ellenici. E sebbene Papandreou abbia
escluso ogni possibilità di bancarotta, non accenna a placarsi lo scetticismo degli
altri Paesi europei, preoccupati una ripercussione del debito greco sui mercati del
Vecchio continente. Buone notizie, invece, dall’Ocse: secondo l'Istituto che rappresenta
i 30 Paesi più industrializzati, le economie “continuano a mostrare segnali di ripresa”
con il superindice che conferma Italia, Francia e Gran Bretagna a fare da traino.
Abkhazia
La Repubblica separatista georgiana dell'Abkhazia è impegnata oggi nelle elezioni
presidenziali. Si tratta della quarta tornata dall’autoproclamazione dell'indipendenza
nel 1993, ma delle prime elezioni dopo la guerra russo-georgiana dell'agosto 2008
e il successivo riconoscimento dell'indipendenza da parte di Mosca, Caracas e Managua.
Il presidente uscente, Serghiei Bagapsh, spera di ottenere un secondo mandato. Il
servizio di Giuseppe D’Amato: Sono
cinque i candidati con un solo grande favorito: il presidente uscente, Serghiei Bagapsh.
Sono invece 131 mila sono gli aventi diritto che voteranno in 174 sezioni elettorali
e 80 gli osservatori internazionali presenti. Vincerà chi avrà ottenuto il 50 per
cento più uno dei voti, con un’affluenza alle urne superiore al 50 per cento, altrimenti
si andrà al ballottaggio fra i due candidati più votati. Da tempo l’Abkhazia, regione
separatista della Georgia, si è dichiarata indipendente, ma solo recentemente ha ottenuto
il riconoscimento da parte del Cremlino e del Nicaragua, dopo la fine della guerra
fra Mosca e Tblisi. La Georgia non riconosce la validità della consultazione: lo speaker
del parlamento di Tblisi ha lanciato accuse di pulizia etnica e di occupazione del
territorio nazionale. La situazione a Sukhumi è tranquilla anche se l’opposizione
denuncia violazioni varie.
Italia - Piazza Fontana “A
40 anni di distanza siamo ancora al punto di partenza”. Lo ha detto Giovanni Berardi,
presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo, nel 40.mo della strage
di Piazza Fontana. Il 12 dicembre del 1969, alle 16.37, una bomba esplose nella sede
della Banca nazionale dell'agricoltura, a Milano, provocando la morte di 17 persone
ed il ferimento di altre 88. Oggi, due cortei dividono il capoluogo lombardo: quello
istituzionale e quello di partiti e dei gruppi che vogliono ricordare anche Pino Pinelli,
l'anarchico morto precipitando dal quarto piano della Questura dopo due giorni di
interrogatorio in merito all'attentato. Paolo Ondarza ha intervistato lo stesso
Giovanni Berardi:
R.
- A quarant’anni di distanza, siamo ancora al punto di partenza. Dopo sette processi
non si è arrivato a nulla. Siamo l’unico Paese al mondo dove ci sono state più stragi
senza un colpevole. Al capo dello Stato ho scritto una lettera, augurandogli Buon
Natale e chiedendogli - proprio a lui, che è la più alta carica istituzionale, capo
della magistratura, delle Forze armate e di tutte le istituzioni nazionali – che si
faccia qualcosa di concreto, cominciando dall’abolizione completa del segreto di Stato
e non soltanto su Piazza Fontana, ma anche sul delitto Moro e su una lunga serie di
fatti che sono caduti nel buio del nostro Paese.
D.
- Eliminare il segreto di Stato proprio per trasformare in concretezza quelle parole
del presidente Napolitano: non dimenticare quella lezione, lavorare per alimentare
la memoria…
R. - Noi ci siamo interessati al segreto
di Stato e pochissimi sanno che nel nostro Paese vige il segreto di Stato ancora su
Caporetto, sulla strage delle Ginestre e su altre vicende passate. A decenni di distanza,
vige ancora il segreto di Stato su questi avvenimenti. Non ci si rende conto di una
cosa gravissima che può capitare oggi: se questo Paese non fa i conti con il suo passato
- e non lo dico io, ma insigni intellettuali - siamo destinati a rivivere questo passato.
Che Dio non voglia! Questa è la mia battaglia di fondo.
D.
- Da anni, le celebrazioni vengono caratterizzate dalla divisione ed anche oggi sono
due i cortei…
R. - Finché non si saprà la verità fino
in fondo, senza se e senza ma, si continuerà in queste contrapposizioni che sono veleno
per la nostra comunità.
Cile Il Cile si prepara
a scegliere il prossimo presidente. Domani, circa otto milioni e 200 mila cileni sono
chiamati alle urne per indicare il successore della presidentessa, Michelle Bachelet.
Favorito il candidato del centrodestra, il 60.enne miliardario, Sebastian Pinera,
che i sondaggi danno oltre il 40%. La “Concertacion”, l’alleanza dei partiti di centrosinistra
da 20 anni al potere, verrà probabilmente sconfitta al primo turno.
Filippine:
fine della legge marziale nel sud del Paese La presidente delle Filippine,
Gloria Macapagal Arroyo, ha ordinato la fine della legge marziale nel sud del Paese,
imposta per otto giorni dopo il massacro di 57 persone sull'isola di Mindanao. Le
forze di sicurezza hanno fatto sapere di essere riuscite a fermare molti degli indagati
coinvolti nel massacro del 23 novembre scorso. Gli arrestati sarebbero tutti parenti
o sostenitori del governatore di Maguindanao, Andal Ampatuan Snr.
Cina:
raggiunto l'obiettivo dei nuovi posti lavoro per il 2009 La Cina ha creato
9,4 milioni di posti di lavoro nelle aree urbane nei primi dieci mesi del 2009. Era
questo l’obiettivo che il governo cinese contava di superare entro fine anno. Circa
4,4 milioni di disoccupati hanno trovato un nuovo lavoro nel periodo fra gennaio e
ottobre. Nel frattempo, si è appreso da fonti locali che, il dissidente cinese Liu
Xiaobo, arrestato un anno fa dopo la pubblicazione del documento pro-democrazia Carta
‘08, è stato incriminato formalmente di sovversione. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 346 E'
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