2009-12-11 15:22:36

Padre Lombardi a cento anni dal Nobel a Marconi: la radio sia sempre al servizio dell'umanità


Il desiderio di servire il bene dell’umanità: così, padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede, ha definito l’apporto significativo della radio e del suo inventore, Guglielmo Marconi, a 100 anni dall’assegnazione del Nobel per la Fisica allo scienziato italiano. Oggi la giornata commemorativa dell'avvenimento in Campidoglio. Il servizio di Roberta Rizzo:RealAudioMP3
 
Guglielmo Marconi ha espresso molte volte la sua profonda convinzione che le sue scoperte dovessero servire direttamente per il bene della famiglia umana. Pensava al soccorso delle navi in difficoltà – ha ricordato padre Federico Lombardi - ma anche alla diffusione di messaggi di pace nel mondo. È con questo spirito che lo scienziato italiano si mise a disposizione di Pio XI per la costruzione della stazione radio del nuovo Stato della Città del Vaticano, il 12 febbraio del 1931. Il direttore della nostra emittente ha parlato nella Giornata che commemora i 100 anni del Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi, consegnato nel 1909 per la prima volta a uno scienziato italiano. Grazie alla nuova invenzione, ha sottolineato padre Lombardi, i radiomessaggi dei Papi furono diffusi a livello mondiale ed ebbero un impatto grandissimo. Molti di essi erano ascoltati ben aldilà della Chiesa. Durante la Seconda Guerra Mondiale la radio era infatti l’unica via per raggiungere tutti, travalicando i confini della nazioni e i fronti di guerra. Da sempre usata per unire e non per dividere, Radio Vaticana è stata protagonista anche del Dopoguerra. In piena Guerra Fredda fra Usa e Urss, molti riconobbero un ruolo essenziale per la salvezza della pace proprio a un messaggio di Papa Giovanni XXIII, trasmesso il 25 ottobre 1962. In anni più recenti, come ha ricordato il gesuita, l’emittente vaticana ha rinnovato la sua gloriosa tradizione umanitaria. Allargando i suoi orizzonti, la radio ha moltiplicato le trasmissioni dei programmi nelle lingue di Paesi in cui la libertà veniva violata: dal tedesco e francese per la Francia occupata dai nazisti fino alle lingue dell’est europeo oppresso dal regime comunista. Senza dimenticare il ruolo essenziale dell’emittente durante il conflitto in Kosovo del 1998. La storia di Radio Vaticana testimonia dunque un grande orizzonte umanistico e ideale, ha concluso padre Lombardi, e le immense potenzialità delle scoperte marconiane messe al servizio dell’umanità. 
L’avventura scientifica e umana di Guglielmo Marconi, dunque, sottolineano l’importanza della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo delle tecnologie per fronteggiare le sfide della globalizzazione e la competitività su scala internazionale. Sul futuro delle telecomunicazioni, Roberta Rizzo ha raccolto il commento di Enrico Manca, presidente della Fondazione Ugo Bordoni.RealAudioMP3

R. – Marconi ha abolito la distanza attraverso le sue onde, che hanno varcato l’Oceano. Oggi le telecomunicazioni, figlie appunto di questa intuizione creativa di Marconi, stanno determinando un "sistema nervoso" planetario, collegato con le telecomunicazioni fisse, ma soprattutto con quelle mobili. Pensiamo ai cellulari, che hanno raggiunto il numero di oltre 4 miliardi nel mondo. Stanno determinando una rivoluzione permanente che consente alle persone di parlarsi tra loro, che consente delle transazioni economiche, un dialogo costante in un’economia globalizzata e in un’economia sempre più competitiva con i soggetti protagonisti del mondo che cambia rapidamente. Tutto questo è legato alla comunicazione, alla telecomunicazione. E’ una prospettiva di grandissimo respiro per tutto il mondo.
 
D. – La ricerca, l’innovazione, che sono stati ispiratori per Marconi, sono ancora oggi punti chiave?
 
R. – Senza ricerca e senza innovazione c’è il degrado. Solo con la ricerca e l’innovazione è possibile cogliere tutte le opportunità di una competitività sempre più agguerrita. Quindi, per ogni Paese, puntare tutto su ricerca e innovazione è l’unica scelta che valga la pena di compiere.
 
D. – Un paragone tra la radio, quindi tra un mezzo di comunicazione di inizio ‘900, e Internet, il wireless, quelle che sono oggi le telecomunicazioni…
 
R. – In fondo, la radio è stata, in nuce, il paradigma digitale che ha determinato una forma d’interattività. Secondo me, la radio rimane l’asse portante sostanzialmente, naturalmente con l’aggiunta, non indifferente, del video e dell’abbattimento anche visivo delle distanze.







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