Riforma sanitaria Usa al Senato: delusione dei vescovi su aborto e immigrazione
Il voto del Senato che ha respinto l’emendamento anti-aborto “Nelson-Hatch-Casey”
è “un grave errore e un serio colpo ad una genuina riforma sanitaria”. E’ quanto afferma
il presidente dell’episcopato statunitense, il cardinale Francis E. George, dopo la
votazione sulla clausola che avrebbe imposto restrizioni all’uso di fondi pubblici
per l’aborto. Una clausola che ha raccolto, tra i senatori, 54 voti contrari e 45
favorevoli. Preoccupazione viene anche espressa dai vescovi americani per la mancanza,
nel progetto di riforma del Senato, di disposizioni in favore degli immigrati. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
Il Senato
degli Stati Uniti, ha affermato il cardinale Francis E. George, “sta ignorando la
promessa fatta dal presidente Obama e la volontà del popolo americano”. Sta, infatti,
“fallendo nell’inserire dei limiti duraturi sul finanziamento federale dell’aborto”.
Il porporato esprime l’auspicio che le misure anti-aborto approvate alla Camera dei
Deputati, nelle scorse settimane, siano alla fine accolte nel testo definitivo della
riforma sanitaria, che dovrà essere votato da entrambe i rami del Congresso. Il fallimento
nell’esclusione del finanziamento pubblico dell’aborto, ha concluso il cardinale George,
obbligherebbe i vescovi “ad opporsi alla legge” di riforma. Posizione ribadita dal
cardinale Daniel DiNardo, presidente della Commissione dell’episcopato statunitense
per le Attività Pro-Life che ribadisce la necessità di mantenere le attuali restrizioni
sui fondi federali in materia d’aborto. Dal canto suo, mons. William Murphy, presidente
della Commissione episcopale sulla giustizia interna e lo sviluppo umano ha esortato
il Congresso a salvaguardare il diritto di obiezione di coscienza poiché la nazione
ha urgente bisogno di una riforma sanitaria che protegga la vita e la dignità di tutti.
Delusione viene espressa dai vescovi anche sul fronte
della copertura sanitaria degli immigrati. Argomento sul quale è intervenuto mons.
John Wester, presidente della Commissione episcopale sull’immigrazione. “Per molti
anni – ha ricordato il presule – i vescovi americani hanno fortemente sostenuto un
sistema sanitario accessibile” per tutti. Riteniamo, ha proseguito, che un sistema
sanitario universale “non dovrebbe negare le cure a coloro che ne hanno bisogno in
ragione del luogo da dove provengono”. Il progetto del Senato, ha avvertito mons.
Wester, è deficitario su questo punto. “Gli immigrati – è stata la sua esortazione
– meritano l’accesso alla sanità” per il loro bene e di tutta la società. Ed ha quindi
esortato i senatori a “sostenere quegli emendamenti che migliorano l’accesso alle
cure per gli immigrati e le loro famiglie”, respingendo invece quelle misure volte
a negare loro questa opportunità.