Il Papa al convegno della Cei sulla "questione di Dio": se Dio sparisce dall'orizzonte,
l'umanità rischia di autodistruggersi
“Quando Dio sparisce dall’orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia
di compiere passi verso la distruzione di se stessa”, come insegnano anche esperienze
di un passato non lontano da noi. Così in sintesi Benedetto XVI in un messaggio per
il convegno “Dio oggi. Con Lui o senza di lui tutto cambia”, organizzato dal Comitato
per il Progetto culturale della Cei, che si è aperto nel pomeriggio a Roma. Ad intervenire
tra gli altri anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Il servizio
di Debora Donnini
Ecco il
testo integrale del Messaggio del Papa per il Convegno. Al Venerato
Fratello il Signor Cardinale ANGELO BAGNASCO Arcivescovo Metropolita
di Genova Presidente della Conferenza Episcopale Italiana In
occasione del Convegno “Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto”, che si svolge
a Roma dal 10 al 12 dicembre, desidero manifestare a Lei, venerato Fratello, alla
Conferenza Episcopale Italiana e, in particolare, al Comitato per il Progetto Culturale,
vivo apprezzamento per tale importante iniziativa, che affronta uno dei grandi temi
che da sempre affascinano ed interrogano lo spirito umano. La questione di Dio è centrale
anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola
dimensione, quella “orizzontale”, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura
al Trascendente. La relazione con Dio, invece, è essenziale per il cammino dell’umanità
e, come ho avuto modo di affermare più volte, la Chiesa e ogni cristiano hanno proprio
il compito di rendere Dio presente in questo mondo, di cercare di aprire agli uomini
l’accesso a Dio. In questa prospettiva si pone l’evento internazionale
di questi giorni. L’ampiezza di approccio alla importante tematica, che caratterizza
l’incontro, permetterà di tracciare un quadro ricco e articolato della questione di
Dio, ma soprattutto sarà di stimolo per una più profonda riflessione sul posto che
occupa Dio nella cultura e nella vita del nostro tempo. Da una parte, infatti, si
intende mostrare le varie strade che conducono ad affermare la verità circa l’esistenza
di Dio, quel Dio che l’umanità ha da sempre in qualche modo conosciuto, pur nei chiaroscuri
della sua storia, e che si è rivelato con lo splendore del suo volto nell’alleanza
con il popolo di Israele e, al di là di ogni misura e attesa, in modo pieno e definitivo,
in Gesù Cristo. Questi è il Figlio di Dio, il Vivente che entra nella vita e nella
storia dell’uomo per illuminarle con la sua grazia, con la sua presenza. Dall’altra
parte, si vuole mettere proprio in luce l’importanza essenziale che Dio ha per noi,
per la nostra vita personale e sociale, per la comprensione di noi stessi e del mondo,
per la speranza che illumina il nostro cammino, per la salvezza che ci attende oltre
la morte. Verso questi obiettivi sono indirizzati i numerosi
interventi, secondo le molteplici prospettive che saranno oggetto di studio e di confronto:
dalla riflessione filosofica e teologica alla testimonianza delle grandi religioni;
dallo slancio verso Dio, che trova espressione nella musica, nelle lettere, nelle
arti figurative, nel cinema e nella televisione agli sviluppi delle scienze, che cercano
di leggere in profondità i meccanismi della natura, frutto dell’opera intelligente
di Dio Creatore; dall’analisi dell’esperienza personale di Dio alla considerazione
delle dinamiche sociali e politiche di un mondo ormai globalizzato. In
una situazione culturale e spirituale come quella che stiamo vivendo, dove cresce
la tendenza a relegare Dio nella sfera privata, a considerarlo come irrilevante e
superfluo, o a rifiutarlo esplicitamente, auspico di cuore che questo evento possa
contribuire almeno a diradare quella penombra che rende precaria e timorosa per l’uomo
del nostro tempo l’apertura verso Dio, sebbene Egli non cessi mai di bussare alla
nostra porta. Le esperienze del passato, anche non lontano da noi, insegnano che quando
Dio sparisce dall'orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia di
compiere passi verso la distruzione di se stessa. La fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte
di una speranza certa, che non delude; indica un solido fondamento su cui poter poggiare
senza timore la vita; chiede di abbandonarsi con fiducia nelle mani dell’Amore che
sostiene il mondo. A Lei, Signor Cardinale, a quanti hanno contribuito
a preparare il Convegno, ai Relatori e a tutti i partecipanti va il mio cordiale saluto
con l’augurio di un pieno successo dell’iniziativa. Accompagno i lavori con la preghiera
e con la mia Benedizione Apostolica, propiziatrice di quella luce dall’alto, che rende
capaci di trovare in Dio il nostro tesoro e la nostra speranza.
Ad intervenire
anche il presidente del Progetto culturale della Cei, il cardinale Camillo Ruini
che, nell'intervista di Luca Collodi, si sofferma sull’importanza della cultura
nella vita della Chiesa
R. – E’ importante
perché la cultura è come l’aria che tutti respiriamo. Dalla cultura dipende la vita,
come, del resto, dalla vita dipende la cultura. C’è un rapporto profondo. La presenza
cristiana nella cultura è essenziale per l’evangelizzazione.
D. – Secondo
lei, l’evangelizzazione della cultura italiana è oggi ancora possibile in una società
dove c’è un forte pluralismo culturale?
R. – Non solo è possibile, ma direi
quanto mai necessaria. L’evangelizzazione è capace di penetrare ogni cultura e tanto
più può penetrare una cultura come quella italiana di oggi, che ha radici cristiane
profonde, che nasce in buona parte dal cristianesimo, anche se – per certe sue tendenze
– sembra allontanarsi dal cristianesimo stesso.
D. – Quanto è importante la
presenza e l’incidenza del laicato in ambito sociale, ma anche politico?
R.
– C’è stata, con il Concilio Vaticano II, la grande riscoperta del valore del laicato.
Questa esperienza, che certamente ha un terreno privilegiato nel campo sociale e politico,
riguarda la vita di ogni giorno, ad esempio la vita familiare, e riguarda anche la
testimonianza cristiana. E’ mia profonda convinzione che l’evangelizzazione nel futuro
non sarà possibile se non ci saranno tanti laici evangelizzatori, che con la loro
testimonianza di vita ed anche con la loro capacità di proporre le ragioni della fede
possano fare un apostolato capillare negli ambienti in cui vivono.
D. – C'è
chi afferma che si può credere in Dio, ma che non si possono più sostenere alcuni
precetti della Chiesa cattolica in campo dottrinale e morale. Lei cosa risponde?
R.
– Si può credere in Dio e si può accogliere pienamente e definitivamente la Chiesa
in campo dottrinale come in campo morale. Per me altrettanto essenziale e forse ancora
più essenziale è un’altra questione, quella della vita oltre la morte. Non c’è autentico
cristianesimo se pensiamo che la vita dell’uomo finisca su questa terra. Cristo è
risorto dai morti. Questo è il messaggio centrale del Nuovo Testamento, questa è la
missione degli Apostoli, rendere testimonianza alla Risurrezione di Cristo. Cristo
non è risorto solo per sé, ma è risorto per tutti noi.
D. – Per il Progetto
culturale è fondamentale anche un sano rapporto con la stampa, la radio, la televisione.
Ma questo rapporto con i media è un altro punto su cui fermarsi a riflettere. Il Papa
ne ha parlato anche domenica scorsa in Piazza di Spagna…
R. – E’ un punto molto
delicato ed importante. Io sono convinto che la realtà della vita quotidiana della
nostra gente è molto più impregnata di cristianesimo di quello che spesso emerga dall’immagine
che ne danno i mezzi di comunicazione. Perciò chiederei ai mezzi di comunicazione
di ascoltare e vedere la realtà della vita, che non è soltanto rappresentata dalle
deviazioni, dalle cose brutte che purtroppo avvengono e che sono sempre avvenute,
ma c’è anche tanto di positivo nella vita. C’è anche una adesione a Dio, una ricerca
di Dio anche in coloro che, magari nella loro vita, non riescono sempre ad essere
coerenti.
D. – Lei cosa si aspetta da questa tre giorni di lavori?
R.
– Mi aspetto anzitutto un approfondimento culturale. Abbiamo chiamato personalità
di grande spessore culturale in vari campi. Spero poi, in secondo luogo, che l’attenzione
dell’opinione pubblica sia richiamata su questo punto centrale perché - come dice
il titolo del Convegno - soltanto con Lui, con Dio o senza di Dio cambia tutto, cambia
il senso della nostra vita. Ma anche perché la questione che viene prima di tutto
è sempre questa: Dio c’è o non c’è? Credo che potremmo mostrare molte buone ragioni
per renderci conto che non solo da un punto di vista del credente, ma anche dal punto
di vista dell’uomo che cerca di essere razionale, la domanda su Dio si impone oggi
così come si è sempre imposta nel passato. (Montaggio a cura di Maria Brigini)