2009-12-10 14:51:08

Giornata dei diritti umani. L'Onu: sradicare ogni forma di discriminazione


E’ centrata sulla non discriminazione l’odierna Giornata internazionale dei diritti umani. Molte violazioni, sottolineano le Nazioni Unite, sono fondate sulla discriminazione, sul razzismo e sull’esclusione per motivi di carattere etnico, religioso, razziale. Nel mondo intero, spiega l’Onu, milioni di persone affrontano una lotta quotidiana contro la discriminazione e contro i suoi effetti, sul piano legislativo, politico, ma anche sul piano sociale, a causa del pregiudizio. Portata ad estreme conseguenze, la discriminazione può arrivare sino alla pulizia etnica e al genocidio. Per una riflessione sul tema della Giornata, Francesca Sabatinelli ha intervistato Antonio Papisca, titolare della cattedra Unesco per diritti umani, democrazia e pace dell’Università di Padova.RealAudioMP3

R. – Rimane la discriminazione uomo-donna, maschio-femmina, in molte parti del mondo. Poi, la discriminazione di carattere etnico – tuttora –, di carattere razziale e discriminazione – chiaramente – di carattere religioso: queste sono le forme più diffuse nella forma del razzismo, dei fondamentalismi, delle prevaricazioni dei gruppi più arroganti. Bisogna sempre avere in mente però che il principio di non-discriminazione è uno dei principi sacri del diritto internazionale, dei diritti umani, insieme al divieto di schiavitù e di tortura.

 
D. – Professor Papisca, abbiamo oltrepassato il XX secolo, pensando di aver chiuso i conti con molte di queste storture …

 
R. – Intanto, partirei dal dato positivo: il millennio che abbiamo lasciato alle spalle, ci lascia un diritto internazionale nuovo che è quello, appunto, dei diritti umani. Allora, proprio questa pagina tutta positiva mette ancora più in risalto le contraddizioni che persistono e sembrano acuirsi, in molti casi. Quindi, noi riscontiamo prevaricazioni diffuse nel mondo, violenze. C'è il riarmo che è forsennatamente in atto, e che è in contraddizione molto forte con questo diritto internazionale dei diritti umani.

 
D. – Abbiamo discriminazioni sparse a macchia di leopardo, sul pianeta …

 
R. - Discriminazioni che si infittiscono e cronicizzano anche in ragione dei grandi flussi migratori per i quali non ci sono ancora politiche comuni a livello internazionale che possano gestire questi flussi, nel rispetto della legalità internazionale e di quella forte che, appunto, è la legalità dei diritti umani.

 
D. – C’è da registrare anche l’acuirsi di discriminazioni verso gruppi stanziali: mi riferisco, ad esempio, alle ultime nei confronti di fedeli cristiani in alcune zone del mondo …

 
R. – Sì. Una priorità è proprio il rispetto del diritto alla libertà religiosa, diritto veramente in sofferenza. E allora, qui bisogna essere molto chiari: il diritto fondamentale alla libertà religiosa significa libertà non soltanto di professare il proprio credo nel privato, ma anche nelle forme pubbliche che quel determinato credo propone.

 
D. – Professor Papisca, da che cosa dipende il futuro dei diritti umani?

 
R. – Dall'essere consapevoli che i diritti della persona sono oggi giuridicamente riconosciuti anche in sede internazionale, che almeno il nuovo diritto internazionale pone la persona al centro, che dentro questo diritto universale la vita è il valore supremo; si esalta la famiglia come nucleo centrale ed essenziale della società … Sicuramente bisogna denunciare le violazioni. Però, ad ogni denuncia una proposta, e soprattutto aiutare le persone, a cominciare dai giovani, a vedere un orizzonte un po’ più aperto.







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