2009-12-08 14:33:39

Il tradizionale atto di venerazione del Papa all’Immacolata: iniziato da Pio XII


Nel pomeriggio il Papa si recherà in auto a Piazza di Spagna per l’Omaggio all’Immacolata. Durante il tragitto ci sarà una breve sosta davanti alla chiesa della Santissima Trinità per il saluto dell’Associazione dei Commercianti in Via Condotti. Alle 16:15, Benedetto XVI compirà il tradizionale atto di venerazione all’Immacolata, un omaggio alla Vergine, un’espressione della devozione popolare che ha voluto iniziare Pio XII. La solennità dell’Immacolata si inserisce nel contesto dell’Avvento-Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con la memoria della Madre, Maria, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. Ma che cosa celebra la Chiesa, in particolare, in questo giorno? Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre Alberto Valentini, monfortano, biblista, docente di mariologia biblica al Marianum di Roma:RealAudioMP3

R. – Si celebra la potenza della grazia di Dio: Maria è la pura grazia, è puro dono di Dio.

 
D. – “Immacolata”: cosa dice questo titolo alla donna moderna, alla donna del terzo millennio?

 
R. – Vuol dire “senza macchia”. Come sempre, la grazia di Dio trasforma l’esistenza. Dove è presente il Signore si torna non solo alla condizione originale di bellezza, di splendore del progetto di Dio, qui c’è anche la pienezza dell’opera in Cristo. Io penso che la donna contemporanea sta sempre più riscoprendo Maria come punto di riferimento, persona integra che è se stessa, che conosce il suo posto e soprattutto una persona che ha detto un “sì” dal quale dipende il destino di tutti. Su questo Paolo VI ha scritto parole mirabili nel documento circa la liturgia; al numero 37 dice: “Maria ha dato una risposta da cui dipende la storia di tutti noi”. Credo che la donna abbia molto da riflettere su questa valenza della figura di Maria, che diventa, oltretutto, una provocazione ad essere se stesse, ad essere autentiche.

 
D. – Cosa ha voluto dire Dio all’umanità, scegliendo una donna per la sua incarnazione?

 
R. – Se c’è una nota particolare nel Dio della salvezza, è il Dio che parte dagli ultimi, gli ultimi considerati tali dal mondo, ma che non sono tali per Dio. Purtroppo, le categorie umane spesso sono in contrasto con il progetto di Dio. Quando si pensa, nei Vangeli, alla difficoltà che ha avuto Gesù a fare accettare il Regno di Dio che parte dagli ultimi, dagli umili, emerge come un Dio debole, un Dio che va incontro alla Croce. È il capovolgimento di tutte le categorie correnti, imperanti nel mondo. Bene, ripartire da una donna vuol dire ripartire dal progetto di Dio allo stato puro, senza le prevaricazioni o – come dicono – senza la ubris, cioè l’orgoglio del mondo: la donna può essere davvero il segno dell’iniziativa di Dio che poi è una vita donata, una vita piena di servizio e di dedizione agli altri ma in cui c’è qualcosa che realizza la persona. Perché la persona si realizza solo quando si dona. Vedrei in questo lo stile di Dio che riparte dalla donna, e la donna agli occhi di Dio credo che abbia privilegi tutti suoi da scoprire.

 
D. – La festività dell’Immacolata ci avvicina ancora di più al Natale. Che cosa imparare ancora da Maria, dal suo silenzio, dalla sua attesa?

 
R. – Citavo il documento di Paolo VI – “Marialis cultus”. Al numero 3 dice così: “La Concezione Immacolata di Maria è la preparazione radicale della venuta del Salvatore”. Non solo nei confronti di Cristo è preparazione radicale, ma – aggiunge – “è anche il felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga che deve andare incontro al Signore”. Poi, al numero 4: “I fedeli che vivono quella liturgia nello spirito dell’Avvento, sono invitati ad assumere Maria come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilante nella preghiera ed esultante nella sua lode”. Ancora una volta la donna ci dona la vita, ci prepara a questo dono per il mondo.







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