L’Avvento a Firenze tra segni di crisi e voglia di ripensare la propria vita: intervista
con mons. Giuseppe Betori
Fate il presepe e mettetelo al centro di tutti i doni: è l’invito dell’arcivescovo
di Firenze Giuseppe Betori, rivolto a tutti i bambini della sua diocesi. Roberta
Gisotti ha chiesto al presule quali iniziative ha promosso in questo Avvento 2009,
per risvegliare nei suoi fedeli il senso cristiano del Natale:
R. – La prima
è di carattere spirituale: introdurre l’Avvento con una settimana di Esercizi Spirituali
nella quotidianità. Vuole essere un richiamo per ogni fedele ad avere momenti di riflessione
e di preghiera durante la giornata. La seconda iniziativa è invece di carattere caritativo,
perché in questi giorni di Avvento si attua quell’aiuto alle persone in difficoltà
a causa della crisi economica e che, perdendo il lavoro, non ritrovano poi una immediata
soluzione per la loro vita familiare. Vengono, quindi, aiutate da un prestito che
la diocesi garantisce per riprendere poi un lavoro di tipo autonomo. La terza iniziativa
è quella di spingere i bambini e i ragazzi a fare il presepe, che a Firenze si chiama
la “Capannuccia”. Il titolo dell’iniziativa è “Capannucce in città”: verranno premiati
nel giorno dell’Epifania tutti i ragazzi, indipendentemente dall’esito del loro lavoro,
solo per aver fatto il presepe in casa, o a scuola o in parrocchia. Questo è un tentativo
per cercare di mantenere vivo il senso, appunto, del Natale come festa di Gesù attraverso
il segno del presepe. D. – Eccellenza, a proposito di mantenere
vivo il senso cristiano del Natale, anche attraverso appunto il riunirsi in famiglia
per fare il presepe, quale aria si respira in questo Avvento 2009 nella sua diocesi? R.
– La preoccupazione per la situazione economica è forse l’elemento più evidente e
questo rischia un po’ di mettere in ombra quello che è il significato spirituale del
Natale. Noi abbiamo cercato di promuoverlo con una quarta piccola iniziativa: quella
per cui la Caritas mette in vendita una piccola candela e per la quale io ho creato
una piccola preghiera, il cui ricavato va per le attività caritative della Caritas
stessa. La famiglia è invitata ad accendere questa candela il giorno di Natale al
momento del pranzo familiare. Anche questo è un modo per sottolineare la presenza
del Signore in mezzo alla realtà famiglia. D. – Si può pensare
che i momenti di crisi o i momenti di sofferenza siano anche l’occasione per un ripensamento
della propria vita e dei valori veri? R. – Lo si spera. Come
dice anche il Santo Padre, abbiamo bisogno che questa crisi non solo ci riporti ai
fondamenti etici di tutta la vita e, quindi, anche della dimensione economica della
nostra società, ma soprattutto sia capace di rivedere gli stili di vita delle persone
per arrivare ad una condivisione più aperta fra di noi.