2009-12-05 14:28:44

Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa seconda Domenica di Avvento la liturgia ci propone la predicazione di Giovanni Battista nel deserto: siamo nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato è governatore della Giudea; Erode è tetràrca della Galilea, Anna e Càifa sono i sommi sacerdoti. Queste le parole di Giovanni, che richiamano le profezie di Isaia:

“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!“.

 
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

Osserva Ludwig Wittgenstein che “il senso del mondo dev’essere fuori di esso. Nel mondo tutto è com’è e avviene come avviene”. Il mondo può solo riprodurre il mondo, il tempo può solo dipanarsi in altro tempo, in una ripetitività noiosa perché ultimamente insensata. Se ci dev’essere un senso, se ci dev’essere qualcosa che dà significato allo scorrere monotono, benché violento, del mondo, “dev’essere fuori del mondo”.

 
L’Evangelista Luca ci presenta esattamente questa irruzione del Senso nel mondo, con l’accadere (egeneto) della parola di Dio su Giovanni. E’ un’azione diretta e possente di Dio che imprime un inizio, dentro la storia profana e sacra, un inizio che ha il tratto di qualcosa di assoluto. Niente e nessuno si può né si potrà opporre validamente a questo inizio. Né i burroni, né le montagne, né le profondità né le altezze. Tutto è appianato e piano sotto la potente mano di Dio. Quando Dio agisce, lì ricomincia tutto e tutto il contorno, sia esso pomposo o miserevole, non determina più nulla, non è più decisivo in ultima istanza. Solo ciò che ha e avrà a che fare con quell’Inizio divino ha ormai un suo senso e un suo peso specifico.

 Diceva don Andrea Santoro: in ogni situazione non mi chiedo più che cosa posso o debbo fare io, ma piuttosto: che cosa stai già facendo Tu, o Signore, per poter quindi prendere parte alla Sua azione. Solo in questo modo il tempo fisico e psichico della vita dell’uomo diventa Storia, Storia santa.







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