Si è spento il vescovo cinese Pietro Chen Bolu, in carcere durante gli anni della
rivoluzione culturale
Il 5 novembre scorso è deceduto il vescovo emerito della diocesi cinese di Yongnian/Handan,
Hebei, Pietro Chen Bolu, di 96 anni. Il presule era nato il 3 giugno 1913, da una
povera famiglia di contadini, cattolica da lunga tradizione: era il terzo di 6 fratelli
e sorelle. Nel 1932 entrò nel seminario minore del “Sacro Cuore di Gesù” della diocesi
di Yongnian/Handan. Durante il periodo trascorso nel seminario minore studiava anche
per essere medico oculista. Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1944, fu mandato in
una parrocchia presso la quale si trovava la clinica oculistica Cheng’an. Divenuto
direttore della clinica, con l’aiuto di una ventina di suore della Congregazione dello
Spirito Santo, vi lavorò a favore dei poveri e degli ammalati che venivano da tutte
le parti della Cina. Nel 1958 la clinica fu confiscata dallo Stato, e mons. Chen fu
inviato a lavorare nelle campagne del villaggio Dongtunzhuang, nel quale ha lavorato
con tutta la sua forza, mantenendo buona armonia con tutti, cattolici o non cattolici:
durante questo periodo di lavori forzati celebrava la Messa e amministrava i sacramenti
per i fedeli di quella zona. Nel 1966 durante la rivoluzione culturale, le guardie
rosse lo volevano mettere a morte, ma tutta la gente di quella zona, che lo considerava
un sant’uomo, si oppose. Nel settembre 1966 fu imprigionato nel carcere di Jizexian.
Dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1970, tornò a casa sua, lavorando come contadino,
aiutando tutti, dedito al lavoro di evangelizzazione nei villaggi di Cheng’an, Weixian
e Daming, e amministrando i sacramenti ai cattolici della zona. Nel 1985 mons. Chen
fondò una casa di riposo per anziani e malati portatori di handicap e cominciò a riorganizzare
la vita religiosa delle suore sopravissute alla rivoluzione culturale. Il 29 aprile
1986 fu consacrato vescovo ma solo nel maggio 1988 gli fu concesso di esercitare il
suo ministero episcopale. Nel 1991 egli chiese ed ottenne dal governo un pezzo di
terreno per il cimitero dei sacerdoti, delle suore e delle persone consacrate della
sua diocesi. Nel 1994 fondò “l’Ospitale di Dazhong” dove ha passato gli ultimi anni
della sua vita. Il 30 novembre 1996 consacrò mons. Yang Xiangtai come suo coadiutore,
e nel settembre 1999 diede le dimissione dal governo pastorale della diocesi. Dopo
le sue dimissioni da vescovo della diocesi ha sempre vissuto nell’ospedale da lui
fondato e lì si è spento il 5 novembre scorso. Quando mons. Chen fu ordinato vescovo,
la diocesi di Yongnian-Handan contava sei anziani presbiteri e 60.000 cattolici. Alla
sua morte, grazie al suo zelante lavoro, la diocesi conta 93 sacerdoti e 130.000 cattolici.
(R.P.)