2009-12-04 14:40:29

Rapporto Censis: la famiglia, perno della società italiana anche in tempi di crisi


L'Italia è una società in apnea, che non innova, ma che ha trovato i modi per uscire dalla crisi. Il 30% delle famiglie ha difficoltà ad arrivare a fine mese e sono stati persi in un anno oltre 760 mila posti di lavoro. E’ il cuore dell’annuale rapporto del Censis sulla situazione nel Paese, presentato oggi a Roma. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3



Gli italiani hanno dimostrato di sapersi adattare alla crisi. Infatti, il 40% ha reagito riuscendo a contenere gli sprechi. Le aziende poi hanno deciso di ristrutturare, e questo ha permesso di riuscire a tenere, a parità degli altri Paesi più industrializzati, le posizioni sui mercati. Certo, sono stati soprattutto i precari a subire i colpi maggiori della crisi. Basta dire che i collaboratori a progetto, se si confronta il 2009 con il 2008, sono calati del 20%. Per Giuseppe Roma, segretario generale del Censis, la famiglia rimane un formidabile ammortizzatore sociale:

 

“La famiglia resta un perno, perché la famiglia italiana ha accumulato risparmi, ha un’abitazione, ha rapporti solidali. Grazie alla famiglia noi non siamo soli, abbiamo una certa solidarietà. Pensiamo ad una famiglia di una sola persona che vive di un solo stipendio e sta in affitto in una città come Londra: c'è la crisi e magari perde il lavoro. Ecco, da noi anche chi perde il lavoro qualche piccola solidarietà ce l’ha”.

 

L’Italia però fa fatica ad innovare, a trovare nuove modalità per uscire dalla crisi. Insomma, vengono replicati i vecchi schemi del passato. Dunque, un forte intervento del settore pubblico, la flessibilità delle piccole aziende, il posto fisso. Per il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, serve altro:

 

“Fare un progetto collettivo, fare comunità: in un piccolo comune, in un vicinato, in un quartiere … E sul piano generale, fare interessi collettivi, ricominciare a credere nel sindacato, nel partito … Tanti anni di attesa di riforme da parte dello Stato, tanti anni di fai-da-te hanno in qualche modo sciolto la fiducia nella dimensione collettiva della vita”.

 

In quest’Italia, manca ancora una spiccata mobilità sociale e troppo spesso si perseguono con forza interessi particolari.








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