In Piazza San Pietro l'abete natalizio: proviene dalla Foresta delle Ardenne in Belgio.
Le parole del Papa su questa tradizione
E’ arrivato oggi in Piazza San Pietro l’Albero di Natale: quest’anno è stato regalato
dalla Foresta delle Ardenne, nella Vallonia, una delle regioni più verdi del Belgio
e di tutta l’Europa. L’abete ha circa 100 anni, un’altezza di 30 metri, un diametro
di 7, e pesa circa 14 tonnellate. La sua accensione è prevista per il pomeriggio del
18 dicembre, alla presenza del ministro dell’Economia della Regione Vallonia, Jean-Claude
Marcourt, dell'ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, Franck de Coninck, e
del vescovo di Liegi, Aloys Jousten. Alessandro De Carolis ricorda in questo
servizio alcune delle parole dei Benedetto XVI sul significato religioso dell’Albero
di Natale:
(musica)
Svetterà
tra pochi giorni davanti alla Basilica Vaticana come un simbolo universale di pace,
anche se probabilmente ha visto da vicino l’ultima azione di guerra che 65 anni fa,
di questi tempi, l’esercito tedesco scatenò in Belgio contro gli Alleati spezzando
la quiete, più volte violata, della Foresta delle Ardenne. Proprio da quel millenario
e intricato polmone verde del nord Europa - oggi area turistica di grido - è stato
reciso a fine novembre e trasportato con tutti i riguardi sotto le finestre del Papa
il monumentale abete che per oltre un mese sarà, assieme al presepe, il centro di
attrazione per fedeli e turisti che passeranno per Piazza San Pietro. L’abete faceva
parte di quegli alberi in procinto di essere abbattuti per ragioni di diradamento,
ovvero per consentire la sopravvivenza delle piante vicine. Il suo legno sarà poi
riutilizzato per creare delle sculture che saranno vendute per raccogliere fondi in
favore dei poveri. Il rinnovarsi di questa tradizione fa risuonare le parole che Benedetto
XVI ha dedicato alla simbologia dell’albero natalizio. Come nel caso dell’udienza
alla delegazione proveniente della Val Badia, regione italiana del trentino Alto Adige,
che aveva donato l’abete nel 2007:
“Cari amici,
l’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte
del patrimonio spirituale delle nostre comunità. E’ un clima soffuso di religiosità
e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove
talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali". Il
Natale, aveva proseguito in quella circostanza il Papa, “è festa cristiana e i suoi
simboli - tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato di doni - costituiscono
importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Gesù,
che la liturgia del tempo dell’Avvento e del Natale costantemente rievoca”. Un pensiero
ribadito l’anno scorso, nell’udienza alla delegazione della Bassa Austria, luogo di
provenienza dell’abete donato al Pontefice:
“Seine
aufstrebende Gestalt, sein Grün und lie… La forma svettante, il suo
verde e le luci sui suoi rami sono simboli di vita (...) ci rimandano al mistero della
Notte Santa. Cristo, il Figlio di Dio porta, nel mondo buio, freddo e non redento
nel quale viene a nascere, una nuova speranza ed un nuovo splendore. Se l’uomo si
lascia toccare ed illuminare dallo splendore della verità vivente che è Cristo, sperimenterà
una pace interiore nel suo cuore e diventerà egli stesso operatore di pace in una
società che ha tanta nostalgia di riconciliazione e di redenzione”.