2009-12-04 15:17:06

Il cardinale Bertone a Palazzo Madama per la presentazione di un libro su Chiesa e Stato in Italia


Con gli atti parlamentari che dal 1914 al 1984 portarono fino alla modifica del Concordato Lateranense si è trovato “un consenso, che esprime ‘il riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso’ e, quindi, della profonda identità del popolo italiano”. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è così intervenuto ieri pomeriggio a Roma, a Palazzo Madama, alla presentazione del libro “Chiesa e Stato in Italia dalla Grande Guerra al Concordato” di Roberto Pertici, che riporta il lavoro di Camera e Senato fino alla Revisione dei Patti Lateranensi. Per il Presidente del Senato, Renato Schifani, non bisogna disconoscere il valore storico e culturale dei simboli religiosi. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

 
Nascono anche grazie al confronto tra uomini e posizioni di pensiero tra loro diverse i rapporti tra Stato e Chiesa. Il libro di Pertici, fa notare il cardinale Bertone, dimostra che si è trovato un consenso che non è “un compromesso per nulla al ribasso”:

 
“Questa è la profonda identità del popolo italiano, in forza di un corretto attrezzamento del ruolo del cattolicesimo nella plurisecolare vicenda storica della nostra penisola e dell’Europa. Ma questo non può essere soltanto un motivo di compiacimento per la saggezza umana e politica dei protagonisti di quelle vicende parlamentari, bensì dovrebbe diventare una identificazione, una indicazione di metodo sempre valida”.

 
Un traguardo raggiunto dopo un cammino non facile, cominciato subito dopo il 1870, quando Chiesa e Stato partirono da posizioni che sembravano antitetiche. Ma per il cardinale Bertone, quando si tratta di affrontare tematiche legate alla presenza pubblica della religione e ancor più quando si discute di aspetti legati all’etica, non può giovare il ritornare alla lezione che ci viene dalle vicende riproposte nelle pagine di questo volume?

 
“Si tratta … di percorrere quella che il Presidente Schifani, con felice espressione, denomina ‘la via del patriottismo costituzionale’. Si potrebbe dire che bisogna operare guidati dalla ragione umana, che accomuna tutte le persone di buona volontà, credenti e non credenti, secondo le regole della convivenza democratica”.

 
Il segretario di Stato rimarca che i cittadini guardano al Parlamento “anche per essere incoraggiati dall’esempio dei loro rappresentanti ad assumere uno stile di convivenza sociale, che sia sempre teso a conseguire non interessi parziali o compromessi mortificanti, ma il bene integrale della persona e quello comune della società”. Sulla stessa linea il presidente del Senato Renato Schifani, convinto che “rispetto e reciprocità non significano abbandono della propria tradizione, ma al contrario identità”. Per Schifani, non si può rimanere silenti rispetto alle pronunce sul Crocifisso nelle scuole”:

 
“Può portare alla cecità lo strabismo del quale sembriamo talvolta affetti noi europei quando ci allarmiamo per il referendum in Svizzera sui minareti e restiamo invece silenti alle pronunce sul Crocifisso nelle scuole. Quando si disconosce il valore storico e culturale di un simbolo religioso si rischia oggettivamente di farne un simbolo politico, oltrepassando la linea di confine fondamentale fra religione e Stato che sta alla base della stessa libertà religiosa”.

 
Schifani riconosce come “l’esperienza italiana è preziosa perché non ha mai negato il significato pubblico del fatto religioso”. Insomma, “la laicità delle istituzioni non può essere interpretata come separatismo, né in una visione antagonistica o di indifferenza”.







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