Solenne inaugurazione a Roma dell'Anno accademico dell'Università Lateranense
È stata celebrata ieri la solenne inaugurazione del nuovo anno accademico della Pontificia
Università Lateranense. Introdotta dalle note del “Veni Creator”, la cerimonia si
è aperta con il saluto del cardinale Agostino Vallini, Vicario generale del Papa per
la diocesi di Roma e cancelliere dell’ateneo. Poi la prolusione del rettore mons.
Rino Fisichella. Tema centrale è stato la ricerca appassionata della verità che rende
liberi, illuminata dal faro dell’enciclica di Benedetto XVI "Caritas in veritate".
Il cardinale Vallini ha invitato gli studenti presenti alla cerimonia ad aprirsi ai
sentieri della verità, attraverso il confronto con altri saperi, ed impegnarsi nello
studio delle virtù teologali, “perché l’oggetto della scienza teologica è Dio stesso
rivelato in Gesù Cristo”. Il porporato ha anche sottolineato la necessità, per i giovani
presenti, di seguire i segni dello Spirito Santo nella propria vita e coltivare una
“robusta vita interiore”, per scoprire la sapienza e la scienza di Dio e per essere
testimoni dell’amore di Gesù, nell’esercizio del proprio ministero. Poi il porporato
si è rivolto ai docenti affinché “aprano agli studenti i sentieri della verità” e
siano consapevoli di avere un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani che
andranno, un domani, a ricoprire ruoli importanti all’interno della società civile
ed ecclesiastica. Ed un’esortazione alla ricerca della Verità è giunta anche dal rettore
dell’ateneo, mons. Rino Fisichella che, citando le parole del Papa nell’enciclica
"Caritas in veritate", ha esordito dicendo che “senza libertà non ci sarebbe realizzazione
di sé e costruzione di identità e personalità mature. Nessun atto personale può essere
realmente libero se non parte dalla consapevolezza della gratuità e del dono”. Gratuità
che si deve ritrovare anche nella formazione degli studenti - ha sottolineato il rettore
- perché il diritto all’insegnamento è “una delle esigenze costitutive che aiutano
la società a progredire”. “In una università – ha continuato il presule - in cui siamo
nella condizione di formare le nuove generazioni a ritrovare non soltanto una verità
teorica, ma anche legata al senso della propria vita, la dimensione del dono è determinante”.
Mons. Fisichella ha poi parlato della fede cristiana come una ricchezza che porta
con sé “verità e libertà in un’unità indissolubile che è garanzia di un autentico
progresso per il bene di tutti e la salvaguardia della dignità della persona”. La
cerimonia si è conclusa con la testimonianza di fede di Nicola Legrottaglie, noto
calciatore della Juventus e della nazionale, che ha vissuto la sua conversione nel
2006 dopo un momento difficile nella sua squadra, avvicinandosi al movimento evangelico
degli “Atleti di Cristo”. “Abbiamo pensato – ha spiegato mons. Fisichella – che fosse
giusto che un giovane parlasse ai giovani utilizzando un linguaggio immediato e convincente”.
Dai sogni di bambino al debutto in serie A e con la nazionale, dal successo al denaro.
E poi, tre anni fa, il bisogno di “colmare un vuoto che sentivo dentro di me”, ha
ammesso Legrottaglie. Da lì la riscoperta della fede, della Parola del Signore e la
volontà di raccontare questa sua esperienza di Dio ad altri giovani. “Perché – ha
continuato – bisogna essere fautori della Parola, non solo uditori”. Il difensore
della Juventus ha spronato i ragazzi a proseguire sempre nello studio e li ha esortati
a coltivare il perdono “in un mondo – ha concluso – dove questo valore sembra essere
sparito”. (A cura di Alessandra De Gaetano)