Mons. Tomasi all'Omc: i poveri dimenticati dal mercato
Il principio della giustizia sociale nel mercato globale: ne ha parlato l’arcivescovo
Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede, presso le Nazioni Unite a
Ginevra, intervenuto alla Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del
commercio (Omc), chiusa ieri nella città elvetica. Il servizio di Roberta Gisotti.
“L’attuale
crisi economica – ha esordito mons. Tomasi - è pesantemente ricaduta sui poveri del
mondo”: una realtà drammatica, soprattutto per l’alta disoccupazione, su cui la Santa
Sede in più occasioni “ha richiamato l’attenzione degli Stati e delle organizzazioni
commerciali”. E questa riunione dell’Omc – ha sottolineato il presule – è un importante
opportunità per rivedere il mandato della comunità internazionale “per concertare
un’azione che porti i Paesi sviluppati e in via di sviluppo sulla strada della ripresa
e della crescita”. Come indica l’Encliclica “Caritas in veritate” “ogni Paese – ha
ricordato l’osservatore vaticano - ha diritto a definire il proprio modello economico,
ma nell’ambito di un’inclusiva ed equa globalizzazione dove solidarietà, investimenti,
trasferimenti tecnologici, capacità di costruire e condivisione di saperi siano messi
a servizio di uno sviluppo” “basato sulla centralità della persona”, riconoscendo
che ogni essere umano ha una dignità, e un desiderio di libertà e di appagare le sue
aspirazioni più profonde in tutti i processi economici. Allora quale “equivalenza
di valori” possiamo proporre al miliardo di uomini, donne e bambini che soffrono la
fame? Sono infatti troppo poveri per apparire sul mercato, ma se il mercato non li
vede non può rispondere alle loro necessità. Il mercato non può essere autoreferenziale,
ma deve essere volto verso il “bene comune”, concetto che richiama in particolare
la responsabilità della comunità politica. E, dunque ai progressi registrati in questa
riunione riguardo il monitoraggio su dispute, accessi, sostegno agli scambi, assistenza
tecnica e governance, deve aggiungersi – ha sollecitato infine l’arcivescovo Tomasi
– “un passo decisivo verso un sistema di commercio basato sul principio della giustizia
sociale”.