Attentato a Mogadiscio: tra le vittime tre ministri
Sale ad almeno 19 morti e numerosi feriti il bilancio delle vittime causate dall’attentato
kamikaze avvenuto in un importante hotel di Mogadiscio, dove sembra fosse in corso
una riunione tra ministri. Tra le vittime ci sono infatti tre ministri del governo
transitorio somalo e numerosi studenti della Facoltà di Medicina dell'Università del
Benadit, che partecipavano ad una festa di laurea. Un altro ministro sarebbe in coma.
Ad essere rimasti uccisi sono stati anche un giornalista locale e un cameraman della
Tv al-Arabia. Intanto, molti attribuiscono l’attentato agli Shabaab, il gruppo integralista
islamico ritenuto il braccio armato somalo di al-Qaeda, e gli inquirenti rivolgono
l’attenzione ai giovani Mujahidin del Partito islamico somalo. Salvatore Sabatino
ne ha parlato con un esperto, Enrico Casale, redattore di Popoli, Rivista internazionale
dei Gesuiti:00:01:35:47
R. - Questo attentato, che avviene in una
zona che era considerata sicura di Mogadiscio - e cioè una zona pienamente sotto il
controllo del governo di transizione nazionale - dimostra la forza degli Shabaab,
gli studenti islamici la cui origine è simile a quella dei talebani afghani. Quindi
gli Shabaab escono vittoriosi da una lotta intestina con l’altra fazione di fondamentalisti
islamici e che si chiama Isbu Ali Islam. D. - Uno dei ministri
uccisi è un componente delle Corti islamiche. Solo un caso o il segnale di una ulteriore
radicalizzazione della lotta? R. - Secondo me, non significa
una radicalizzazione ulteriore. E’ già una situazione abbastanza estrema rispetto
al passato e questo perché gli Shabaab controllano gran parte del territorio nazionale
e gran parte di Mogadiscio e, quindi, stanno cercando di prendere il sopravvento sul
governo. D. - Cosa ci possiamo attendere a questo punto come
risposta da parte del governo di transizione? R. - Dal punto
di vista militare, ben poco. E questo perché non hanno un esercito strutturato e che
sia in grado di reagire alle milizie degli Shabaab. Dal punto di vista politico, certamente
si tratta di un governo sostenuto dalla comunità internazionale e possiamo aspettarci
una reazione se non altro di condanna da parte dell’intera comunità internazionale
e quindi di ulteriore sostegno, soprattutto da parte dell’Onu, al governo di transizione
nazionale.