2009-12-02 14:42:35

Riscoprire il sapore del Natale a Verona con la pace nel cuore e gesti concreti di solidarietà: intervista a mons. Zenti


“Rialzati, per te Dio si è fatto uomo” è il tema - ripreso da Sant’Agostino - scelto dalla Chiesa italiana per l’Avvento 2009. Un tempo di condivisione e comunione perchè “nessuno è escluso dal progetto e dall’amore di Dio”. Tante le proposte e le iniziative per coinvolgere le comunità di fedeli, e non solo, in tutte le diocesi. Roberta Gisotti ha intervistato il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti.RealAudioMP3

 
D. – Eccellenza, come trasmettere oggi l’esortazione di Sant’Agostino “Rialzati, per te Dio si è fatto uomo”? Quali parole ha trovato lei per sollecitare la sua comunità?

 
R. – Puntando l’attenzione sul costruire una casa alla Parola e cioè al Verbo di Dio nella comunione. Quindi il rialzarsi per noi vuol dire riacquistare il senso della comunione fraterna ed ecclesiale, nel segno della corresponsabilità. Sentirci Chiesa che prepara la venuta del Signore Gesù, perché è di quel Natale che abbiamo bisogno noi come umanità di oggi.

 
D. – Quali iniziative concrete avete messo in campo in questo Avvento? So che ci sono alcuni progetti proposti dalla Caritas?

 
R. – Sì come, per esempio, quel “diamoci una mano”, che è finalizzato all’ambiente del carcere. Una seconda iniziativa riguarda chi - oggi come oggi - è in difficoltà di lavoro e questo sia per lavoratori, sia per medie imprese; e allora si dice: “Regaliamogli un’ora del nostro lavoro”. Sono iniziative concrete. Un’altra iniziativa riguarda anche i bambini della Bosnia e della Erzegovina; ed ancora un’altra è relativa alla preparazione spirituale orante al Natale attraverso RadioTelepace, che è “preghiera in famiglia”.

 
D. – Eccellenza, quale atmosfera e quale clima si respira nella sua diocesi in questo Avvento 2009?

 
R. – Il clima che si respira, purtroppo, è quello di questo paganesimo che ci lascia sempre preoccupati. E’ per questo che noi, attraverso le nostre liturgie e il richiamo alla catechesi e tutto ciò che ci è possibile, dobbiamo ridestare il senso dell’attesa del grande evento di salvezza che non ha nulla da spartire con Babbo Natale e quindi con il consumismo di una festa che è stata alterata cromosomicamente. Il nostro tentativo è proprio quello di ridare alla nostra gente il sapore del Natale cristiano, ovvero come impiantare la tenda di Dio dentro il nostro cuore e dentro le nostre comunità.

 
D. – Recuperare la pace interiore…

 
R. – Sì, una pace che è poi il frutto di tutto un travaglio interiore di purificazione del cuore di fronte all’inquinamento culturale che purtroppo tutti respiriamo negli ambienti della ferialità.







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