Incontro tra vescovi giapponesi e coreani nel nome del cardinale Kim
“Ringrazio tutti, vi amo tutti”: queste parole, pronunciate prima di morire dal cardinale
Stefano Kim Sou Hwan, sono anche il titolo del documentario proiettato durante l’incontro,
tenutosi lo scorso 17 novembre ad Osaka, in Giappone, tra vescovi nipponici e presuli
sudcoreani. L’incontro è stato un’occasione per analizzare le relazioni tra Giappone
e Corea. Per molti anni diversi giornalisti hanno usato l’espressione “vicine-lontane”:
vicine per la geografia, lontane per la storia e per le ferite inferte dal Giappone
alla penisola coreana durante il XIX e il XX secolo. Ma per il cuore del cardinale
Stefano Kim Sou Hwan, deceduto il 6 febbraio del 2009, sono sempre state “vicine-vicine”.
Il porporato, già arcivescovo di Seoul, si è anche impegnato perché le ferite fossero
sanate. Nato sotto la dominazione giapponese (1910-1945) il cardinale Stefano Kim
ha trascorso gli anni della giovinezza in Giappone. Ritornato in Corea – ricorda l’agenzia
AsiaNews - è stato ordinato sacerdote. Nel 1968, a 46 anni, è stato nominato arcivescovo
di Seoul. E’ stato anche il primo cardinale coreano. In Giappone vivono attualmente
oltre 600 mila coreani. Si tratta soprattutto di coreani costretti a trasferirsi in
Giappone durante il periodo della colonizzazione della penisola. Altri sono arrivati
nel periodo del dopoguerra. (A.L.)