2009-12-02 15:10:04

Germania: è incostituzionale l'apertura domenicale dei negozi


L'apertura domenicale dei negozi in Germania viola la Costituzione tedesca perché la domenica va considerata «giornata del riposo dal lavoro» non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione alla vita sociale e familiare. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale tedesca accogliendo il ricorso presentato dalla Chiesa cattolica e da quella evangelica contro l'apertura dei negozi a Berlino nelle quattro domeniche di Avvento. Nella sentenza i giudici hanno sottolineato che la persona umana va posta al di sopra degli interessi economici. Soddisfazione è stata espressa da mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e da Margot Käßmann, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania. Il divieto di apertura domenicale dei negozi avrà effetto a partire dall'inizio del nuovo anno. Su questa decisione Federico Piana ha sentito il parere di don Paolo Gentili, direttore nazionale dell’Ufficio di pastorale familiare della Cei:RealAudioMP3

R. – Come dice un antico detto “sine dominico non possumus”, cioè "senza la domenica non possiamo vivere". I primi cristiani nel 304 dicevano questa frase quando erano invece costretti a lavorare la domenica, perché ritenevano che fosse vitale per loro vivere il tempo del riposo, ma soprattutto vivere un tempo della famiglia. E credo allora che questo sia un po’ un riandare a quelle origini, perché anche oggi i ritmi frenetici, soprattutto la ricerca del profitto, sta facendo scomparire le relazioni tra le persone e soprattutto all’interno dei legami familiari.

 
D. – La domenica siamo arrivati alla frenesia dei centri commerciali...

 
R. – Siamo in un mondo in cui il consumismo mette tutti nella fretta di possedere nuove cose e nell’illusione che questo crei un maggior benessere. In realtà siamo davanti ad una situazione in cui sono le relazioni delle persone, in particolare all’interno della famiglia, che sono fortemente penalizzate da questo. Per cui c’è una voracità nel cercare di avere e si scopre che poi non sei più persona, non ami più, non hai più il tempo per gli altri. Questi centri commerciali, gli outlet, sono diventati un po’ i nuovi santuari laici, che certamente creano un profitto economico, ma in realtà non fanno incontrare realmente le persone, soprattutto non fanno incontrare le generazioni tra loro. Spesso quell’altare dell’outlet in realtà ha soffocato il vero altare che è l’Eucaristia e che è riservato in modo speciale alla famiglia la domenica, ma anche un altro altare che è fondamentale per la vita familiare, che è la mensa familiare, dove i figli parlano con i genitori, dove possono passare del tempo. Durante la settimana hanno l’impegno scolastico, la domenica di solito sono a casa e sono a casa spesso soli, spesso davanti ad un computer, ma hanno bisogno invece di relazioni risanate, rinnovate, di potersi guardare negli occhi, di poter liberamente condividere le loro gioie e i loro dolori.

 
D. – Il fatto che si lavori sempre più spesso di domenica non può essere una delle cause della disgregazione della famiglia?

 
R. – Magari c’è un giorno libero che però non coincide con il giorno libero dei figli, per cui quel giorno diventa realmente vacanza, ma nel senso di vuoto, non nel senso di riposo, perché il vero riposo è invece ritrovare le relazioni.

 
D. – E per molti cattolici, don Paolo, significa riscoprire la Messa...

 
R. – La vera questione è che viene a mancare il fulcro dell’amore. Il cattolico non va alla Messa per soddisfare tanto un precetto, ma per ritrovare un ristoro, per ritrovare la fonte del suo amore. In qualche modo è come togliere un’anima anche alla famiglia: togliere la domenica vuol dire togliere l’anima alla famiglia. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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