2009-11-30 15:20:01

L’Iran annuncia la costruzione di 10 nuove centrali nucleari


Ha scatenato reazioni internazionali a catena l’annuncio fatto ieri dall’Iran riguardo all’approvazione del piano per la realizzazione di 10 nuovi siti per l’arricchimento dell’uranio. Secondo il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, gli ulteriori impianti sono “un esempio della scelta di Teheran di isolarsi” dal resto del mondo. Anche la Russia si è detta “molto preoccupata” per le ultime decisioni della Repubblica islamica. Dall’Europa, è arrivato il commento della diplomazia francese, secondo cui quello dell’Iran è un “gioco molto pericoloso”, “ostinandosi ad ignorare le esigenze di una grande agenzia indipendente come l’AIEA”. Anche l’Italia è intervenuta nel dibattito: il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha ricordato che “la nostra mano tesa verso l’Iran non resterà tale per tanto tempo ancora”. Sulla decisione di Teheran, Giada Aquilino ha intervistato Bijan Zarmandili, giornalista e scrittore iraniano:RealAudioMP3  
R. - Questo spossante tira e molla del governo iraniano sul nucleare è destinato ad andare avanti probabilmente ancora per alcune settimane. Infatti, entro dicembre scade il tempo concesso all’Iran per decidere definitivamente sul proprio piano atomico e dopo di che potrebbero scattare nuovamente le sanzioni contro l’Iran. Bisogna vedere se la sfida iraniana sarà in qualche modo un preludio per una concessione sul nucleare, oppure un irrigidimento definitivo. Cioè, bisognerebbe vedere se l’Iran è in grado di sopportare un isolamento - anche economico - a livello mondiale e andare avanti lo stesso con le proprie forze, tenendo conto che già la crisi economica è molto grave e nello stesso tempo bisognerebbe vedere se tutte le componenti del regime iraniano sono su questa linea.
 
D. - Tempo fa Teheran sembrava aver accettato la proposta di arricchimento dell’uranio all’estero, adesso appare definitivamente archiviata. L’Onu come si muoverà e soprattutto la Russia e la Cina che linea avranno?
 
R. – La Russia e la Cina fin qui sono state sostenitrici di una linea iraniana, anche se con alti e bassi, e comunque su loro l’Iran ha potuto contare. Un voto contrario e un avvicinamento in particolare della Russia alle posizioni di Washington e a quella occidentale sono un elemento nuovo riguardo alla situazione nucleare iraniana. Un altro punto di segno opposto dovrebbe essere il primo approccio diretto tra l’Iran e l’America sul nucleare. Ricordiamoci che per la prima volta dal mese di ottobre in poi, alle riunioni dei 5 più 1 - e ai diversi negoziati che ci sono stati nel frattempo - la delegazione americana ha negoziato direttamente con l’Iran.
 
Israele: probabile negoziato con Hamas per liberare Shalit
Saranno probabilmente liberati 980 detenuti palestinesi in cambio del soldato Gilad Shalit, da oltre tre anni prigioniero di Hamas a Gaza. Il governo israeliano lo ha detto all'Alta Corte di Giustizia di Israele, in risposta ad una petizione avanzata da alcune famiglie di vittime del terrorismo. È stato reso noto che in una fase iniziale saranno liberati 450 detenuti, alcuni dei quali sono responsabili dei più sanguinosi attentati contro la popolazione civile in Israele. Secondo voci insistenti, Israele e Hamas sarebbero prossimi a un accordo, mediato da un inviato tedesco.

Afghanistan
Alla vigilia dell’attesissimo annuncio del presidente Obama sulla nuova strategia militare in Afghanistan, continuano a susseguirsi le indiscrezioni sull’incremento delle truppe. Secondo la stampa statunitense, almeno 9000 soldati americani sono pronti a partire nei prossimi giorni. Le prime unità combattenti saranno dislocate nella turbolenta provincia meridionale di Helmand, roccaforte dei talebani dove si trovano già altri 10mila marines. Dal canto suo, la Gran Bretagna ha confermato ufficialmente che altre 500 unità sono pronte a entrare in azione. Intanto è stato rinvenuto in un fiume della provincia afghana di Badghis il cadavere di un soldato statunitense di cui non si avevano più notizie da 27 giorni.

Clima
Una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Questo prevede la bozza preparata dal governo danese in vista della conferenza di Copenaghen sul clima. Ce ne parla Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Il testo, che è una proposta e potrebbe diventare la base per un accordo politico al termine degli incontri di Copenhagen, suggerisce che è necessario mantenere l'aumento medio globale di temperature entro e non oltre i 2 gradi Celsius, così come chiede che l'80% del taglio delle emissioni inquinanti sia a carico dei Paesi ricchi. Una risposta chiara, dunque, alle richieste delle economie emergenti, che da sempre hanno sottolineato le difficoltà economiche che produrrebbe una conversione dei propri sistemi industriali. Tra queste, in prima linea Cina e India che la scorsa settimana, dopo anni di reticenza, hanno accettato un piano di riduzione dei gas serra. Pechino e Nuova Delhi hanno visto di buon occhio il passo avanti fatto dal presidente Obama, che ha inoltre voluto rilanciare il vertice di Copenhagen, annunciando la sua presenza. Un summit, insomma, quello che si svolgerà nelle prossime 2 settimane nella capitale danese, che chiede a questo punto decisioni concrete, come la proposta presente nella bozza europea, votata dall’Europarlamento, e che sottolinea il rilancio dell'impegno comunitario, tradotto nella richiesta ai Paesi partner di almeno 30 miliardi di euro all'anno per i Paesi in via di sviluppo fino al 2020. Segnali, questi, di un cambiamento di rotta della comunità internazionale, che mette finalmente al centro la delicata questione dei cambiamenti climatici. Modificazioni che si traducono in aumenti di temperature, in scioglimento di ghiacciai, in uragani sempre più numerosi, in alluvioni, frane, innalzamento del livello dei mari; in un concetto: sconvolgimenti che portano a morte e distruzione. Copenhagen, dunque, diviene un punto essenziale di incontro e confronto, non però di arrivo. Sono gli stessi esperti internazionali, infatti, a parlare dell’inizio di una discussione seria e globale. Nella speranza che dalle parole si passi finalmente ai fatti.
 
Honduras: elezioni presidenziali
Il candidato conservatore Porfirio Pepe Lobo ha proclamato la propria vittoria nelle elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in Honduras. Con il 60% delle schede già scrutinate, Lobo ha il 55,9% delle preferenze. Il rivale Elvin Santos, che ha preso il 30% dei voti, ha riconosciuto la sconfitta. Lobo si è rivolto al Paese, profondamente diviso da quando a fine giugno è stato deposto il presidente Manuel Zelaya, annunciando di voler avviare un “dialogo nazionale”.
Uruguay
L’ex guerrigliero candidato della coalizione di centrosinistra, José Mujica, è il nuovo presidente dell’Uruguay. A scrutini quasi ultimati, Mujica si aggiudica il 53% dei voti del ballottaggio per le presidenziali tenutosi ieri, contro il 43% raccolto dal conservatore Luis Alberto Lacalle. Dopo l’annuncio della sua vittoria, l’ex ribelle tupamaro ha rivolto parole concilianti all’opposizione affermando che non ci sono “ne’ vinti ne’ vincitori”.

Vertice ibero-americano
Si aperto ieri ad Estoril, in Portogallo, l’annuale conferenza ibero-americana, che vede la presenza dei capi di Stato e di governo dei Paesi iberici e latino-americani. Quest’anno il vertice ha come tema “Innovazione e conoscenza”. La tre giorni sarà comunque l’occasione per avvicinare le posizioni sui focolai di crisi latino-americani, primo fra tutti l’Honduras.

Spagna: tre sequestrati in Mauritania, emerge pista Al Qaeda
Tre cooperanti spagnoli di cui non si hanno ancora notizie potrebbero essere stati sequestrati dal movimento di Al Qaeda del Maghreb. Il ministro degli Interni di Madrid, Alfredo Rubalcaba, ha detto che è probabile che ''siamo di fronte a un sequestro da parte di islamici radicali''. Le circostanze della scomparsa dei tre cooperanti, Albert Vilalta, Roque Pascual e Alicia Gamez, membri della Ong “Barcelona Acciò Solidaria” (Bas), ancora non sono chiare. I tre, ha precisato il ministero degli Esteri di Madrid in una nota, facevano parte di un convoglio umanitario di 13 veicoli che procedeva verso Dakar, in Senegal, con 20 tonnellate di materiale.

Dubai: crollo delle borse
Chiusura in forte perdita per le Borse di Dubai e Abu Dhabi dopo il terremoto finanziario che ha coinvolto la holding immobiliare Dubai World. Il listino di Dubai ha perso il 7,3% con tutti i gruppi bancari ed edilizi in picchiata. Giu' anche la borsa di Abu Dhabi, con il -8,3%. La riapertura dei mercati era attesa con un certo timore considerando che nella scorsa settimana è emerso che una parte considerevole del debito del colosso immobiliare fa capo alle banche degli Emirati Arabi.
Italia: Influenza A
In Italia c’è un solo caso di mutazione del virus A/H1N1: un paziente di Monza che ha avuto una polmonite grave ma poi si è ripreso. ''Solo la vaccinazione ci protegge dal virus incattivito da eventuali mutazioni'', ha detto il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio. Sulla situazione in seguito a questa mutazione Debora Donnini ha intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano.RealAudioMP3

R. – La situazione è ancora tutta da studiare. Sicuramente questa evidenza di questo nuovo virus non è piacevole, perché colpisce più facilmente le vie respiratorie profonde ed è un qualcosa che si è visto nei casi gravi. In questo momento è sporadica la sua presenza e dobbiamo ancora valutare quanto è rilevante rispetto al resto, però potrebbe essere un aiuto a fare quello che sapevamo. In genere c’è nelle pandemie una seconda ondata che tipicamente segue a breve distanza rispetto ad una prima invasione del virus, che non colpisce tutte le persone.
 
D. – A questo punto chi ha fatto il vaccino, chi ha già avuto questo tipo di influenza, è al sicuro o potrebbe essere nuovamente colpito?
 
R. – Chi ha già fatto l’influenza sicuramente ormai è tranquillo, perché ha superato questa possibilità di infezione. Il vaccino funziona ancora e, comunque, va praticamente bene a quelli che hanno fatto il vaccino con l’adiuvante, perché l’adiuvante è stato fatto proprio per questo, cioè per proteggere in modo più ampio da virus che sapevamo potevano mutare.
 
D. – Ci sono farmaci attualmente che sono in grado di curare con certezza anche casi che hanno appunto avuto questa mutazione?
 
R. – Di fatto Tamiflu e Relenza, i due farmaci antivirali, hanno dimostrato di essere efficaci anche per questa situazione, anche se casi gravi non impediscono purtroppo una pesante situazione clinica per il paziente.
 
D. – Cosa raccomandare alle persone?
 
R. – Vaccinarsi è importante. Attenzione alle regole di buon senso e nessun allarmismo: questo virus è raro e normalmente causa un’infezione normale che guarisce nell’arco di tre o quattro giorni.
 
D. – Per il vaccino, come disponibilità, a che punto siamo?
 
R. – Si sta incrementando la quota di vaccinazioni. Purtroppo non c’è stata una grande adesione e questo è un male. La disponibilità, però, è via via crescente.
 
Sudan: presunta collaborazione del Giappone per missione Onu
Il Giappone sta valutando l'ipotesi di inviare un contingente delle proprie Forze di Autodifesa in Sudan il prossimo anno, per partecipare alla missione internazionale di peacekeeping nel sud del Paese, sotto l'egida delle Nazioni Unite. Secondo le indiscrezioni del quotidiano Yomiuri Shimbun, Tokyo sarebbe intenzionata a inviare in Africa alcune centinaia di militari, che avrebbero principalmente compiti di supporto alla ricostruzione del Paese e alla gestione di strutture di soccorso civile e sanitario per la popolazione locale.

Turchia: incidenti per l’anniversario della fondazione del Pkk
Vari incidenti sono avvenuti ieri in alcune località della Turchia meridionale, a prevalenza curda, in occasione del 31mo anniversario della fondazione del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Ancora incerto il bilancio delle vittime nel quartiere Akdeniz di Mersin, sulla costa mediterranea, dove circa 400 persone hanno assalito una stazione di polizia con lanci di bottiglie incendiarie, pietre e petardi ed hanno dato alle fiamme alcuni negozi. Per disperdere la folla, la polizia ha aperto il fuoco. A Dyiarbakir, invece, due ragazzi di 17 anni hanno lanciato bottiglie incendiarie contro la sede del Partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo - Akp, al governo - del premier Tayyip Erdogan.
Russia: incidenti nella regione del CaucasoAncora violenze nel turbolento Caucaso russo. Abrek Gadzhiev, capo del distretto di Magaramkent, capitale della Repubblica del Daghestan, è rimasto vittima di un attentato. Il funzionario è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, mentre viaggiava in auto in direzione della capitale. Il suo autista è rimasto gravemente ferito. Sempre nella regione caucasica una linea ferroviaria è stata danneggiata da un'esplosione, avvenuta poco prima che il treno, proveniente da Tioumen, giungesse a Baku, capitale dell'Azerbajan. Fonti di polizia hanno reso noto che non ci sono stati feriti.
Usa: strage di agenti di polizia
Svolta nelle indagini sulla strage di quattro agenti statunitensi, uccisi in un agguato vicino alla base militare McChord, nello Stato di Washington. Il sospettato della sparatoria è accerchiato dalla polizia e secondo il portavoce dell'ufficio dello sceriffo Ed Troyer “potrebbe essere morto per le ferite riportate”.

Canada: idrovolante precipita nel pacifico, sei dispersi
Sei persone risultano disperse e altre due sono state soccorse dopo che un idrovolante si è inabissato nel Pacifico, davanti alle coste della regione di Vancouver - ovest del Canada. L'aereo proveniva dall'isola Saturna, vicino alla frontiera tra Canada e Stati Uniti, dopo uno scalo per imbarcare alcuni passeggeri diretti a Vancouver, quando è precipitato per ragioni ancora sconosciute. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 334
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