2009-11-29 15:26:32

I Vespri di apertura dell'Avvento presieduti da Benedetto XVI: "Un tempo liturgico di presenza e attesa dell'Eterno"


L’Avvento come tempo della presenza e dell’attesa dell’Eterno e, per questa ragione, tempo di gioia interiorizzata che nessuna sofferenza può cancellare. E’ così che Benedetto XVI ha presentato ai fedeli l’inizio del tempo liturgico di preparazione al Natale, celebrando ieri pomeriggio nella Basilica vaticana, i primi Vespri della prima domenica di Avvento. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Avvento significa presenza, arrivo, venuta. Termine tecnico per l’antichità divenne per i cristiani espressione della relazione con Gesù Cristo, col significato di “Visita di Dio”. Dio non ci ha lasciati soli, spiega il Papa, non lo possiamo vedere e toccare ma viene a visitarci in molteplici modi. Entra nella mia vita, vuole rivolgersi a me.
 
"Tutti facciamo esperienza, nell’esistenza quotidiana, di avere poco tempo per il Signore e poco tempo pure per noi. Si finisce per essere assorbiti dal 'fare'. Non è forse vero che spesso è proprio l’attività a possederci, la società con i suoi molteplici interessi a monopolizzare la nostra attenzione? Non è forse vero che si dedica molto tempo al divertimento e a svaghi di vario genere? A volte le cose ci “travolgono”. L’Avvento,questo tempo liturgico forte che stiamo iniziando, ci invita a sostare in silenzio per capire una presenza. E’ un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge".
 
L’Avvento, prosegue il Papa, invita e stimola a contemplare il Signore presente, ma è anche tempo di attesa e quindi di speranza che ci spinge a capire il senso del tempo e della storia come occasione favorevole per la nostra salvezza. “L’uomo nella sua vita” - afferma Benedetto XVI - ”è in costante attesa, ma arriva il tempo in cui egli scopre di aver sperato troppo poco se, al di là della professione o della posizione sociale, non gli rimane niente altro da sperare”:
 
“La speranza segna il cammino dell’umanità, ma per i cristiani essa è animata da una certezza: il Signore è presente nello scorrere della nostra vita, ci accompagna e un giorno asciugherà anche le nostre lacrime. Un giorno, non lontano, tutto troverà il suo compimento nel Regno di Dio, Regno di giustizia e di pace”.
 
Ma ci sono modi molto diversi si attendere: solo quando il tempo è dotato di senso e in ogni istante percepiamo qualcosa di specifico e di valido - prosegue il Papa - la gioia dell’attesa rende il presente più prezioso. Da qui l’invito del Pontefice a vivere intensamente il presente dove già ci raggiungono i doni del Signore. L’Avvento cristiano diviene in questo modo occasione per ridestare in noi il senso vero dell’attesa, ritornando al cuore della nostra fede che è il mistero di Cristo, nato nella povertà di Betlemme.
 
“Presente tra noi, ci parla in molteplici modi: nella Sacra Scrittura, nell’anno liturgico, nei santi, negli eventi della vita quotidiana, in tutta la creazione, che cambia aspetto a seconda che dietro di essa ci sia Lui o che sia offuscata dalla nebbia di un’incerta origine e di un incerto futuro”.
 
A nostra volta possiamo rivolgergli la parola, presentargli sofferenze e domande che ci affliggono. Certi che ci ascolta sempre:
 
“E se Gesù è presente, non esiste più alcun tempo privo di senso e vuoto. Se Lui è presente, possiamo continuare a sperare anche quando gli altri non possono più assicurarci alcun sostegno, anche quando il presente diventa faticoso”.
 
L'Avvento - conclude il Papa - è il tempo della presenza e dell’attesa dell’eterno, per questo è il tempo della gioia interiorizzata che nessuna sofferenza può cancellare e che ci fa camminare fiduciosi con gli occhi volti al modello di questo intimo gaudio che è Maria Vergine.







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